[Linuxtrent] Re: raccolta dati modulo pdf

  • From: Antonio Galea <antonio.galea@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sun, 13 May 2012 18:38:15 +0200

2012/5/13 girarsi <girarsi@xxxxxxxxx>:
>
> e le spedisci per email, a chi ce l'ha, ed a chi non ce l'ha, penso pochi,
> fai tutto in loco, e a chi ha la mail, ti fai spedire nella tua mail il file
> complato.

E la email dove la recuperi, scusa?

> Poi salvi in una cartella o sottocartella, la copia scannerizzata e il file 
> *.ods.

Mi sembra inutilmente complicato: una certa quantità di persone
userà comunque _solo_ la versione cartacea, e quelli disposti a
compilare il formato elettronico possono anche compilare una form
online.

> Lo so che è un lavoraccio, ma se il problema sono i dati, credo che un
> foglio elettronico permetta una migliore soluzione anche un domani nel caso
> di trasmettere i dati in un database.

Mah, se devo spendere tutto questo tempo, io cercherei un modo
per mettere direttamente i dati in un database senza passare per
un foglio di calcolo che è soltanto una fonte di possibili problemi.

> Da quel che ho capito è molto più importante il modulo firmato per la PAT
> che i dati in sè.............. O_o

Di qui nasce la mia perplessità: siamo sicuri che ci sia un reale
vantaggio nella soluzione informatica? Per me è importante valutare
i numeri: un bravo amministrativo è in grado di ricopiare i dati di
centinaia di schede di iscrizione con un solo giorno di lavoro.

Io non me la cavo proprio male né come programmatore né come
sistemista, ma ho molti dubbi di saper mettere in piedi una soluzione
ROBUSTA in un giorno solo. Quindi mi farei delle domande: quanti
anni potrà rimanere in piedi la mia idea? Chi altro saprebbe usarla?
La manutenzione a chi toccherà? Non credo sia ragionevole spendere
qualche giornata di lavoro per fare una cosa che si fa già benissimo
altrimenti, e che funzionerà solo se io sono lì a guardare.


Ricordo che anni fa venivano organizzate delle spedizioni di LUG
statunitensi per portare l'informatizzazione in Africa. Uno dei migliori
articoli che ho letto a questo riguardo era di due ragazzi che, tornati
sul posto due anni dopo, hanno buttato via i PC! Si erano resi conto
che in quella situazione i computer erano non mantenibili (niente ricambi,
elettricità ballerina, operatori senza formazione adeguata), e che il
risultato del primo viaggio era stata una regressione. Quindi hanno
umilmente fatto marcia indietro, si sono studiati i metodi organizzativi
_su_carta_ che per secoli sono serviti al commercio di tutto il mondo,
e hanno fatto corsi di formazione su quelli. Alla visita successiva, tutto
funzionava a meraviglia...

Insomma la tecnologia va bene, ma cerchiamo di fare in modo che sia
giustificata - non facciamoci prendere la mano solo perché ormai si
fa tutto con il PC.

Antonio
--
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