Il 27 ottobre 2010 10:10, Marco Ciampa <ciampix@xxxxxxxxx> ha scritto: > On Tue, Oct 26, 2010 at 06:58:11PM +0200, Antonio Galea wrote: >> 2010/10/26 Lele Gaifax <lelegaifax@xxxxxxxxx>: >> > >> >> In questo senso, posso capire perché molti sviluppatori si trovino >> >> più a loro agio con l'ambiente Windows, che è meno disomogeneo. >> > >> > Oibò, questa mi è completamente nuova! Ma veramente si tratta di >> > sviluppatori? In tutta sincerità, non m'è mai capitato di sentirlo >> > dire... ma forse è solo fortuna ;-) >> >> Forse è solo dove vivi e lavori? Io conosco un mare di sviluppatori >> Windows soddisfattissimi, che non passeranno a Linux finché non >> ci troveranno dentro tutte le cose che sono abituati ad avere in un >> ambiente di sviluppo. E quando lamentano mancanze, non hanno >> sempre e per forza torto: parecchi di loro hanno competenza da >> vendere ANCHE su Linux. In fondo, anche io so ancora qualcosa >> su come si programma in Windows, e quando mi lamento di quello >> che non mi piace in Windows so cosa dico ;-) > > Hai reso molto bene le idee che volevo esprimere. E sono d'accordo anch'io con Antonio. Nel caso in questione forse gli sviluppatori avrebbero potuto scegliere la distribuzione che più piaceva/era comoda per loro, e implementare un client lì, magari distribuendo una live per facilitare la cosa agli utenti. Dico forse, perrchè forse non c'erano competenze sufficienti su Linux, forse c'era qualche motivo tecnico che ostacolava, forse .... ... bisogna conoscere il progetto e la sua storia per dirlo. Sta di fatto che il progetto è partito, e ora sta beneficiando di contributi che tendono a colmare la lacuna (il client Python). Se posso citare la mia esperienza personale, mi sono trovato a sviluppare codice libero in cui la funzionalità del sw dipendeva da librerie proprietarie che esistevano solo per windows. Avrei dovuto gettare la spugna? Dopo cinque anni le librerie sono disponibili anche per Linux, e grazie ai contributi arrivati sono riuscito a far girare tutto anche sotto Linux, che ora è la piattaforma di riferimento. In più grazie alla rete di contatti sviluppata, ho pututo aiutare Emanuele Pucciarelli [1] a sviluppare le patch necessarie per una libreria libera (per la cronaca, opensc-pkcs11, del progetto OpenSC). A partire dalla prossima release di OpenSC, le carte CIE e CNS italiane potranno essere usate per l'identificazione client SSL senza librerie proprietarie. Le vie del software libero non sono sempre lineari .... ciao, rob [1] http://www.opensc-project.org/pipermail/opensc-devel/2010-August/014582.html -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx