[Linuxtrent] Re: Applicazioni in Pascal

  • From: Guido <gdo@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sun, 30 Oct 2005 11:59:54 +0100

Toyotoshy ha scritto:

Ciao Lele, ciao tutti.
grazie a tutti per i commenti interessanti. Mi permetto ancora qualche
domandina a voi che porbabilmente lavorate nell'ambito della
programmazione da molto piu' tempo di me:

Il Pascal à un ottimo linguaggio, abbastanza semplice e molto di
legno, particolarmente adatto per insegnare a programmare per la sua
chiarezza, a discapito con concisivitÃ. Negli anni recenti, ha


1) e' questo il principale motivo per cui nelle scuole superiori si
tende ad insegnare il Pascal piuttosto che il C?

Storicamente sÃ; il Pascal à un linguaggio "rigoroso" e pertanto adatto quale linguaggio di esempio per imparare i metodi della programmazione.


Oggi considerano prioritaria la programmazione ad oggetti, i docenti vedono nel Java il linguaggio di esempio "rigoroso" per la programmazione ad oggetti.

La mia esperienza sul Pascal à datata 198x, prima che IBM inventasse il PC; anni nei quali a Trento c'era una fabbrica di computer (la Pentasystem) che utilizzava il sistema operativo "UCSD Pascal".

Si trattava di un sistema monoutente con gestione della memoria a pagine che girava in meno di 64 kbyte di RAM (si avete letto bene 64mila byte ;-) ). Il pregio era che il compilatore generava del codice METACODE (come il Java di oggi, anche se ovviamente moooolto pià semplice) che veniva interpretato dal sistema operativo UCSD adattandolo alle varie implementazioni hardware.

Pur essendo, si puà dire, nato con il Pascal oggi vivo soprattutto di Perl anche se nel frattempo ho lavorato molti anni con "C", Visual basic, Java, bash, php oltre a qualche dialetto SQL.

Ma tutto cià ha una importanza relativa; quel che à fondamentale à l'aver appreso i principi fondamentali del saper programmare; anzi del saper analizzare per poi programmare la soluzione con gli strumenti pià adatti al contesto.

Ovviamente non si puà essere tuttologi; ed à per questo che, sulla base del percorso da me intrapreso in questi anni, da qualche anno progetto e sviluppo usando in maggioranza Perl anzichà qualche altro linguaggio di programmazione.

Se nei piani di studio dell'Università si punta tutto sul Java non vuol dire che sia la soluzione per tutto; anzi!.
Sarebbe importante capire perchà all'Università punti solo sul Java; io penso dipenda dal fatto che considerino il Java quale strumento di produzione industriale di codice, trascurando forse che di industria del software in Italia ne vedo veramente poca, rispetto alla produzione di software cosidetto "artigianale" o di integrazione.
La realtà à assai pià variegata di quanto si voglia oggi mostrare sui giornali e all'universitÃ, dove sembrerebbe tutto Java, .NET e poco altro.


Ad esempio, analizzando una trentina di P.M.I. trentine il linguaggio pià usato à risultato essere Delphi, seguito da Visual basic & .NET per passare al Php (solo per lo sviluppo di siti Web) ed in coda Java, Perl e Python.

Una riflessione sulla programmazione con uso di "Espressioni Regolari" oppure gli "Array Associativi", comunemente usati il Perl da sempre.
Oggi RE ed HASH sono disponibili in quasi tutti i linguaggi (magari sotto forma di oggetti o librerie di funzioni); cià che à valido à il metodo; non tanto l'implementazione in questo o quel linguaggio.


saluti
Guido Brugnara


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