Fw: Il mitico presidente

  • From: "Paolo Scalabrini" <paolo.scalabrini@xxxxxxxxx>
  • To: <lano666@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Fri, 30 May 2003 13:55:53 +0200

Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi. Era una
furbata che permetteva di violare la legge, visto che allora era
vietato
a soggetti privati di possedere televisioni nazionali.

Ma Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto
legge
apposta.

E fin qui, lo sapevamo già...

Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma
molti
storcono il naso perche', essendo possibili solo 11 reti nazionali,
e'
un po' anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre. Non siamo
nel Far

West che il primo che arriva si prende tutto...

Nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in
difesa
del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse detenere
tre
reti nazionali, concedendo un periodo di transizione e rimettendo il
problema al legislatore per una soluzione definitiva entro e non
oltre
l'agosto 1996.

Arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione della
Corte
Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.

Nel 1997 la legge Maccanico stabiliva che un soggetto non potesse
detenere piu' di due reti, e che, finche' non ci fosse stato un
"congruo
sviluppo" via satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto continuare a
trasmettere via etere, quest'ultima decisione in palese contrasto
con
le decisioni della Corte Costituzionale che aveva deciso per un
termine
definitivo entro l'agosto 1996.


D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere
la
questione e indice una gara per l'assegnazione delle concessioni
delle
reti nazionali.

La commissione nominata dal Ministero e' presieduta da un avvocato
di
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, le sue tre reti
e relative frequenze. Nel luglio 1999 si svolge questa gara
d'appalto, per partecipare si richiedono requisiti spaventosi e
sembra chiaro che nessuno riuscira' a scombinare i giochi.

Invece, colpo di scena.

Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti e dice:
"Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei due reti
nazionali, grazie."

Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.

Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il
certificato
3457!"
"No e' qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"

Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12
miliardi di capitale versato per rete, lei ne ha solo 12, puo'
chiedere una sola tv."

"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per
concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi
al Consiglio di Stato e vince.

Insomma alla fine gli devono dare una concessione per una rete
nazionale e presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a
Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve
traslocarla sul satellite che ormai e' ricevuto da 18 milioni di
italiani.

Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di
procedimenti giudiziari spaventosa.

Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, Commissione
Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le
perizie.

E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre 2002,
sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che:
- Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovra' emigrare sul satellite
- le frequenze resesi disponibili dovranno essere assegnate a Di
Stefano!

L'avete sentito dire al telegiornale?

Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci
ha
risposto con un lieve sorriso: "Nonostante siano trascorsi ben nove
anni dalla decisione della Corte
Costituzionale Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre
reti nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle
undici assegnabili (comprese quelle Rai).

Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze),
non riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha
precedenti al mondo.

Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due
concessioni, una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e'
stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del
requisito del capitale sociale.

Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una
seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.

Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e'
dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di
oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio' che e' necessario per
una
rete televisiva nazionale con 700 dipendenti.

Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge stabilisce
che, entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la
neo-emittente ha l'obbligo di iniziare le trasmissioni.

Attualmente Centro Europa 7 e' una societa' praticamente ferma, non
ha alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di
operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la
gestione della struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento
tecnologico, le ingenti spese legali, i costi dei dipendenti..."

Ma ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo per salvare
Rete 4.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in
pratica un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a
"soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu' di
provvedimenti
temporanei, discriminando cosi' le imprese come Europa 7 che hanno
egittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare
Retequattro.

Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla
sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione,
mentre Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel
luglio 1999 c'e' stata una regolare gara dello Stato per assegnare
le
concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.


Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del
diritto.

In pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto.

Non vi sembra straordinario?


Travolti da un miracoloso afflato civico i deputati del Polo
bocciano alla Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio
laddove
vuol tagliare la gola a Europa 7.

E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono anche per
ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso...

Ora bisogna vedere cosa fa il Senato... e poi la legge deve tornare
alla Camera...

E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere.

Saremmo all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di
diritto.
Un conto e' fare una legge per non finire in galera, un conto e'
fare
una legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro. Si
comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae Noctis.

Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento
si sta giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel
che e' tuo e' suo.

Vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche
solo
se si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai gli
viene di fare un altro passo falso... Che internet non conta niente
in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...


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