Diario di Bordo 7

  • From: "Orphen" <dragoon10@xxxxxxxxx>
  • To: "Lano666" <lano666@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Mon, 2 Jun 2003 02:04:37 +0200

Qualcuno potrebbe dire che comincio a soffrire di elefantiasi letteraria...e
avrebbe ragione. Dopo un lungo travaglio ecco a voi il...

DIARIO DI BORDO / Parte settima  --

Ottavo giorno del mese di Marphenot
Anno della Magia Selvaggia
Boschi intorno a Ossington, da qualche parte nel Bosco di Chondal

E'estremamente difficile scrivere mentre si cammina in un bosco, anche se a
tratti si usa la schiena di un halfling come leggìo o si tenta di rimanere
qualche minuto fermi a scribacchiare senza che gli altri se ne accorgano e
mi spronino a proseguire. Ci provo ugualmente, poiché devo fissare su carta
quello che ci è successo nell'ultimo giorno e mezzo. Stiamo andando incontro
a una situazione ignota, forse molto pericolosa, avvicinandoci ai cerchi di
pietra che incorniciano il villaggio di Ossington. Correggerò i molti errori
domani, se potrò.
La mia ultima nota ci aveva lasciati a dare giusta sepoltura al prode
servitore di Torm, il cui corpo massacrato era rimasto a marcire sul fondo
di un lago dalle acque del colore del sangue...ecco mi sono fermata dietro a
un albero.per un po' gli altri proseguiranno senza accorgersene. Il rito
commosso che ho officiato per il povero paladino, anche se non conforme ai
dogmi della sua Chiesa, deve essere stato sufficiente a dar pace alla sua
anima vagabonda, poiché non si è più manifestato in alcun modo. Mentre
ancora riempivamo la fossa con le ultime zolle, prima di ricoprirla di fiori
selvatici, abbiamo iniziato a discutere sul da farsi. Evidentemente, con le
ultime inquietanti scoperte, qualcosa era cambiato nei nostri cuori: il
dubbio e il sospetto si erano insinuati insieme con la consapevolezza che
qualcuno ci aveva ingannati, che la situazione all'inizio apparsa così
chiara era stata probabilmente il frutto di un abile menzogna portata avanti
con il solo scopo di metterci del fumo negli occhi per usarci. Non si è mai
sentito di un fedele del Giusto che non perorasse una giusta causa e il
cavaliere ci ha chiaramente mostrato la sua avversione per Ossington. Anche
se ancora non capisco come il male possa serpeggiare in un così misero
villaggio di contadini malnutriti, sono sicura - siamo sicuri- che le cose
stiano così: in primo luogo perché la mia innata fiducia nel fatto che le
cose siano sempre ciò che sembrano (un'ingenuità se volete.) ha ricevuto
duri colpi negli ultimi giorni, in secondo luogo perché abbiamo appena
ricevuto un'autorevole, quanto inaspettata, conferma. Ma ne parlerò dopo...
ora il bosco si è fatto troppo silenzioso e non vedo più i miei amici. Prima
che inizino ad urlare il mio nome è meglio che li raggiunga..giurerei di
aver visto una fronda muoversi e una coda di pelliccia sparire tra i rami. E
forse ho anche udito un "Hobyah". Pessimo segno. Mi interrompo, devo
allontanarmi, ho un po' di paura.


Non so quanto Garret sia lieto di farmi da leggìo mobile, ma durerà poco per
sua fortuna. Per premiarlo gli creerò dei dolcetti a dir poco divini, non
appena potrò.
La nostra discussione è giunta a una conclusione: dovevamo riuscire a
parlare con gli elfi che attaccano Ossington. Nella piena fiducia di non
avere da temere da un popolo saggio, pacifico e votato alla venerazione
della natura, abbiamo deciso di non tornare subito al villaggio, ma di
addentrarci a nord dove la foresta era più fitta e selvatica. Dove si
possono trovare gli elfi, se non nel cuore di una foresta? Vivendo io stessa
in una foresta, posso esserne certa.solo che i fitti alberi in mezzo a cui
ci siamo addentrati in direzione nord-ovest (questo l'ha detto Rick e noi
tutti ci fidiamo).ecco: erano strani. Non gli alberi in sé, ma ciò che li
circondava. Dopo un po' abbiamo identificato la stranezza: nemmeno un
cinguettio di uccello, un crepitare di fogliame sotto le zampette di qualche
volpe. Niente, solo vuoto e silenzio. La foresta sembrava svuotata di ogni
forma di vita. Poi, due scoperte orribili. Lo sguardo curioso e attento di
Garret ci ha portati a rinvenire uno scheletro umano piantato a un albero da
una freccia. Elfica. Gli unici averi di quel boscaiolo sventurato erano i
brandelli di vestiti che aveva ancora addosso e un'accetta, a terra a poca
distanza dal suo braccio destro. Cosa dovevamo pensare? Mi hanno accusata di
essere cinica, ma sono sempre più certa che gli elfi non attacchino senza un
motivo plausibile. La scoperta più raccapricciante è avvenuta quando la
strada attraverso il bosco era quasi in vista. Un albero completamente
avvizzito e prosciugato della sua linfa vitale. Accarezzando la corteccia
Rick ha scoperto un simbolo dall'aria blasfema incisovi sopra. Io e il
guardaboschi stavamo ancora scervellandoci per capire il mistero quando alle
nostre spalle Tio ha avuto un sussulto di orrore. Il suo profondo rispetto
per la natura è evidente, a partire dal suo aspetto e dai poteri inconsueti
che il mondo vegetale gli fornisce, quindi era chiaro lo sgomento che aveva
provato nel realizzare all'improvviso che si trattava della quercia di una
driade. Le driadi sono bellissime e pacifiche creature che vivono nei boschi
e la cui sopravvivenza stessa dipende da quella del loro albero.Tanti anni
fa credo anche di averne scorta una. Ebbene, chi aveva tracciato quel
simbolo aveva condannato l'albero, e dunque la sua driade, a una morte lunga
e penosa. Quale orrore blasfemo.
Era metà pomeriggio quando abbiamo attraversato la strada che da nord porta
ad Ossington. Stavamo aggirando il villaggio. Ci siamo tuffati nuovamente
nelle fitte fronte a ovest della strada, con l'intenzione di raggiungere la
zona chiamata i Custodi del Silenzio, dove forse avremmo avuto maggiore
fortuna nel contattare gli elfi. Tutti i richiami che avevo gridato alla
foresta durante la giornata non erano serviti a nulla, erano solo
riecheggiati stranamente tra le fronde. Eppure avevo usato la nostra
armoniosa lingua elfica, lieta di avere un pretesto per parlarla nuovamente.
Era quasi buio quando indistintamente qualcosa si è mosso tra le fronde e
abbiamo udito un nitrito strozzato del cavallo che Sebastian conduceva per
le briglie. Il povero animale era stato letteralmente schiacciato da due
tronchi. Una trappola degli elfi, senza dubbio, innescata per timore di chi?
Non certo appositamente contro di noi: non ci saremmo fatti scoraggiare,
avremmo continuato a cercare. L'idea di camminare al buio in un bosco fitto
di trappole non arrideva a nessuno, però, quindi abbiamo stabilito una sosta
per riposare sino all'alba successiva.
Di ciò che accadde quella notte, cioè la notte scorsa ora che ci penso, ho
solo un'immagine confusa. Non era il mio turno di guardia e stavo cercando
di riposare come facciamo noi elfi, cioè rilassandomi e vagando con la mente
in interessanti peregrinzioni. Non è vero, come alcuni pensano, che siamo
praticamente sempre consci di quanto ci accade intorno, anche durante la
trance. Personalmente ero quasi completamente assente mentre con fare
sognante mi divertivo a guardare le fronde sopra la mia testa prima con la
mia vista diurna, scorgendo solo vaghissimi contorni illuminati da una
timida luna nascente e poi usando il dono insolito della razza di mia madre,
che mi permette di sondare anche le tenebre più fitte. Credendo di sognare,
avevo davvero intravisto una piccola creatura spostarsi agilmente tra i
rami, ma non vi avevo badato. Neppure gli strani versi che le mie orecchie
captavano, cioè "hobyah, hobyah", mi avevano colpita. Poi una parte di me
deve aver udito la colluttazione che seguì. Mi hanno detto che mi sono
alzata e ho iniziato ad armeggiare con la mia armatura per allacciarla, ma
non ne ho memoria.ma quando mi sono dovuta alzare per il mio turno di
guardia, l'ultimo prima dell'alba, ho osservato con attenzione Rick e
Sebastian che dormivano esausti e ho notato che avevano gli indumenti
sporchi di sangue. Rick in particolare aveva una brutta ferita al volto, che
ho guarito quasi senza pensarci e senza osare svegliarlo. Sulla sua spada
più corta c'erano ciuffi di pelliccia incrostati di sangue. Al risveglio mi
è stato spiegato tutto: i miei amici erano stati assaliti nottetempo da un
piccolo gruppo di creaturine identiche a quel brutto animaletto che stava
sulla spalla della pazza del tempio dei novi dei. Dapprima si erano
avvicinate emettendo il loro caratteristico verso ed erano sembrati innocui
e quasi carini. Poi all'improvviso si erano lanciati tutti insieme su Rick e
Sebastian che erano di guardia, rivelando da vicino un muso contratto dall'
odio e quasi demoniaco. Mi hanno anche mostrato la carogna di uno di loro, o
ciò che ne restava. I collegamenti con Ossington si fanno sinistri e anche
se i danni subiti sono stati di poco conto, sospetto che le creature abbiano
anche un altro ruolo.spie forse? Anche ora mi sembra di udire il loro odioso
"hobyah hobyah".

[Durante la sessione i giocatori che dormono sono sempre lì ad ascoltare
quello che succede. Quando i cosi hanno iniziato ad avvicinarsi in modo
preoccupante abbiamo iniziato a dire "eddai perché non ci svegliate su
svegliateci dai dai." ma Sebastian/Stefano ci ha cassati dicendo che era
troppo starci ad organizzare per fronteggiare una tribù di *Gatti Timidi del
Bengala*. So che non rende scriverlo così, ma stavo starnutendo quando una
risata che mi veniva dritta dalle viscere mi ha fatto inghiottire lo
starnuto e piegare dal ridere sputazzando sulla scheda. Scusa Shuly! *_*]

Abbiamo deciso di interrompere la marcia ed ora potrò scrivere un po' più
agevolmente. Garret è sgusciato subito via dalla mia pergamena e sta già
sbocconcellando qualcosa. Gli altri sono intenti ad affilare le proprie armi
e ad assicurarle al proprio corpo. dai loro sguardi si direbbe che stiano
andando in battaglia. Io non ho simili preparativi da effettuare, il mio
arco è sempre fedele al suo posto e miei poteri oggi mi sembrano persino
aumentati.

[Yay! Dopo trecento sessioni il master ci ha fatti avanzare!! Ora sono di
settimo livello!! ^_^ Per la cronaca ho preso una CdP, il Viandante Mistico
(tratto da Magic of Faerun), che sembra ricamato su Shuly. Per gli altri è
una Cdp un po' bifida ma mi piaceva come roleplaying. Tra un po' forse
otterrò anche un famiglio e il potere di sintonizzare le gemme, più altre
cose inutili! ^_^ Inoltre finalmente ho incantesimi di quarto!! *_* aah.
sono ebbra di potere! Mhuahahha..]

Pertanto continuo a scrivere. Dopo circa un ora di cammino abbiamo raggiunto
l'agognato sito dei Custodi del Silenzio, un gruppo di enormi menhir in una
disposizione misteriosa, da cui ho rinnovato i miei richiami in lingua
elfica, con l'aiuto a sorpresa di Rick e Tio che sembrano avere una buona
conoscenza del principale dialetto. Nessuna risposta. Ci siamo riaddentrati
nel bosco e dopo qualche minuto di marcia il nostro gruppo è stato
bersagliato di frecce che si sono piantate - immagino volutamente - negli
alberi vicini. Capimmo di aver trovato gli elfi.ma come far si che non
finissimo per ucciderci a vicenda? Con rapide occhiate abbiamo stabilito di
non rispondere con la forza, anche se d'istinto Sebastian aveva già
indirizzato uno dei suoi strani attacchi mentali in direzione dell'origine
delle frecce.

[Ora, l'ultima volta che l'amico psionico aveva lanciato un flagello mentale
modello mind flyer il verme del gelo a cui l'aveva indirizzato era esploso
poco dopo facendo secchi sul colpo due pg.non dico che le due cose fossero
collegate, però.intanto lui si giustifica "Ma tanto non fa male, provocherà
solo un leggero mal di testa cosa vuoi che sia". Ho capito, basta la
novalgina..]

Sono subito corsa in quella direzione con parole di pace per assicurarmi che
nessuno fosse stato colpito. Mentre Sebastian veniva istantaneamente
assalito da due piccoli rapaci apparsi dal nulla (gli stessi falchi apparsi
ad Ossington!), Rick e Tio si sono invece trovati in una situazione
imprevista: in uno scricchiolare di rami due vecchie querce avevano preso
vita davanti a loro. In pochi istanti la foresta intorno a noi si era
trasformata nel magico mondo fatato delle favole per bambini e, come
convenuto, nessuno di noi ha rivolto le proprie armi contro quelle
meravigliose creature. A completare il quadro, io che stavo correndo in
avanti mi sono improvvisamente ritrovata al cospetto di una creaturina che
era letteralmente comparsa dal nulla. Era piccolo, più basso di Garret, ma
straordinariamente sottile e aggraziato. A dire il vero sembrava un grazioso
elfo in miniatura, ad eccezione delle belle ali da libellula e del buffo
abbigliamento. Mi guardava con un sorriso malizioso e io, incantata e
sorpresa, non ho potuto fare altro che rivolgergli un piccolo, divertito
inchino. Il folletto era scomparso di nuovo, ma avevamo superato la prova a
cui gli elfi dei boschi ci avevano sottoposti, poiché pochi istanti dopo
apparvero al nostro cospetto tre elfi, tra i più strani che avessi mai
visto. Vestiti di pelli e con i capelli intrecciati di ramoscelli e foglie,
stridevano molto con l'immagine che il mondo ha di noi elfi. tuttavia
emanavano il consueto fascino misterioso della nostra razza e il loro
profondi occhi verdi rivelavano la saggezza di secoli che un umano non
potrebbe mai vedere. Quando parlarono, mi stupì che la loro pronuncia fosse
così chiara e comprensibile.
Non furono amichevoli, inizialmente, ma sospettosi, come del resto ci
aspettavamo, e diffidenti. Probabilmente il fatto che ci disarmassimo di
fronte a loro e li invitassimo a sondare magicamente i nostri cuori per
coglierne le intenzioni deve aver sortito il suo effetto, poiché
gradualmente il ghiaccio si è spezzato e -con curiosità reciproca- abbiamo
iniziato a discutere. Operazione per la quale mi sono prestata volentieri al
ruolo di interprete tra gli elfi e Garret e Sebastian.
Due maschi e una femmina erano gli elfi che attaccavano Ossington. Yellis,
Zarn e l'incantatrice Thilvara. Con questi nomi si presentarono, e anche
come gli unici superstiti della loro comunità, massacrata alcune lune fa, a
loro detta, dagli abitanti di Ossington. Nel pronunciare il nome del
villaggio, il bel viso di Yellis si era contorto in una sottile smorfia di
odio.
Secondo il racconto dell'arciere, per un lungo periodo gli Ossingtoniani e
il loro popolo erano stati contenti di ignorarsi a vicenda, sino a che gli
abitanti di quello strano villaggio non avevano iniziato a comportarsi in
modo violento e sacrilego, prosciugando la foresta per trarne risorse e
mancando così di rispetto alla natura come solo degli umani avrebbero potuto
fare. Ciò aveva destato le preoccupazioni della comunità elfica che viveva a
sud-ovest del villaggio, che dunque accettò senza troppi sospetti l'incontro
con una rappresentanza del villaggio in una radura del bosco, allo scopo di
discutere e appianare i contrasti. L'incontro annunciato con promesse e
parole gentili si rivelò niente meno che un agguato, in cui morirono
impotenti sia l'anziano capo degli elfi che i loro migliori guerrieri. Non
senza un qualche collegamento, il villaggio elfico veniva assalito quasi
contemporaneamente da misteriosi aggressori che lo diedero in pasto alle
fiamme, massacrando i più deboli. Nel riudire il racconto di Yellis, gli
altri due avevano intanto abbassato lo sguardo con mestizia. Erano passate
solo poche lune da quegli avvenimenti, e il dolore era più vivo che mai.
I tre elfi che avevamo davanti erano gli unici scampati al massacro e da
mesi vivevano spostandosi nel bosco, dando continua guerra al villaggio.
Thilvara ci spiegò che prima che facessimo irruzione nel bosco stavano
progettando di sferrare un ultimo attacco con le poche forze rimaste. E con
la collaborazione degli ultimi superstiti del popolo fatato che un tempo
popolava questi boschi, come avevamo potuto vedere. Come in risposta a
quelle parole, il piccolo folletto che mi era apparso poco avanti decise di
riapparire esattamente davanti a Sebastian.

[che ha tentato immediatamente di azzannarlo e l'ha subito ribattezzato
*Grugno*. Il master si è offeso a morte..*_*]

Ci fissò con curiosità mentre gli elfi accennavano un vago sorriso, quindi
si presentò con una piroetta come Vesley il Pixie. Mostrò di apprezzare la
sincerità delle nostre intenzioni, come a suo dire aveva avuto modo di
constatare con la sua potente magia.
Quelli che invece non erano del tutto convinti, a dire il vero, eravamo noi:
non tanto perché dubitassimo delle parole dei tre, ma perché non capivamo -
e non capiamo tuttora, mentre ci affanniamo verso Ossington - come una
popolazione di contadini che vivono di stenti e in miseria avesse potuto
portare avanti un attacco così massiccio e fatale contro un popolo non certo
indifeso di abilissimi arcieri e incantatori. C'erano troppi punti oscuri,
troppe cose inspiegabili stando all'immagine che avevamo di Ossington.o
stando a quanto di Ossington qualcuno aveva voluto farci credere. Non si
poteva più posticipare: dovevamo tornare lì e chiedere spiegazioni, o
esigerle con la magia, se necessario. Certo, avremmo accettato volentieri l'
aiuto degli elfi e all'occorrenza avremmo fornito loro il nostro, ma prima
bisognava andare a verificare di persona.
Questo accadeva qualche ora fa. Il commiato con gli elfi è stato breve ma
sentito, quindi i tre si sono quasi dissolti tra le fronde e in pochi
secondi non c'era più traccia della loro presenza. Chi aveva recato un torto
tanto orrendo a un popolo di creature così sorprendenti meritava un'adeguata
punizione. Mentre camminiamo si alternano nelle nostre menti propositi di
vendetta come questo e  -sempre più assillanti- il dubbio, la curiosità, l'
indecisione. Cosa faremo una volta lì? Dovremo mentire, non potremo certo
rivelare che abbiamo scoperto la sorte dell'antico cavaliere, o che abbiamo
stretto amicizia con gli elfi che li minacciano.. Dovremo essere abili e
giocare d'astuzia. E avere le armi pronte, all'occorrenza. Intanto sto
ripassando tra me e me una preghiera a Eilistraee che dovrebbe aiutarmi a
svelare la presenza del male a Ossington, se ne avrò il tempo. Ora è meglio
che riponga le pergamene nello zaino e cominci a concentrarmi seriamente. E'
da un po' che sento serpeggiare in me un potere nuovo e devo cercare di
metterlo a fuoco..Intanto dovremmo essere quasi in vista della radura di
Ossington. Che strano, da qui non si riesce ad udire nessuno dei suoni che
normalmente segnalano la vita in un villaggio nel bel mezzo della giornata..

Shulystraee, Viandante della Vergine Oscura Eilistraee

[Eh eh, volete sapere che bella pensata avevo avuto per "rivelare il male"?
Usare Traslazione Arborea , che -uga uga- è un incantesimo del dominio degli
elfi, e proiettare Shuly da sola sino ad Ossington, per poi farla procedere
fischiettando sino al centro del villaggio per lanciare con fare
indifferente Individuazione del Male, che tra l'altro ci vuole anche un
fottio di tempo. Così tranquilla e indisturbata. Leggere oltre per capire
che pessima idea sarebbe stata >_<.]

Intermezzo

Il sole era ancora alto nel cielo quando i cinque viandanti si fermarono al
limitare della radura di Ossington. La marcia forzata attraverso la foresta
non era stata certo riposante, ma alcuni riuscivano a nasconderlo meglio di
altri. Non si curava di apparire instancabile il paffuto mezzuomo, che aveva
approfittato della pausa per appoggiarsi esausto a una radice nodosa e
sporgente, ventilandosi con una foglia di quercia. Dover procedere al ritmo
degli altri con le sue gambette corte si era rivelato più stancante del
previsto. L'esile elfa dai capelli d'argento non avvertiva tanto i postumi
della marcia, quanto dei terribili crampi al polso e alla mano destra. Aveva
scribacchiato i suoi appunti per tutto il viaggio inciampando più di una
volta nelle sue stesse gambe o direttamente nei suoi amici. I tre robusti
umani, invece, a giudicare dall'atteggiamento, sembravano pronti a marciare
ancora per giorni, sino a che una più attenta analisi non avesse rivelato
gli abiti ormai quasi fradici e le fronti imperlate di sudore. Uno di loro
si contemplò brevemente una mano munita di formidabili artigli, flettè le
dita e si incamminò verso il primo dei due cerchi di pietra che circondavano
il villaggio, cogliendo impreparati i suoi compagni. L'alto spadaccino fu il
primo a seguirlo, con un passo tanto leggero e aggraziato da farlo sembrare
uno degli elfi che il gruppo aveva appena conosciuto. Il misterioso uomo che
era coperto interamente da un lungo mantello li guardò per un istante e,
dopo aver assicurato le briglie dei cavalli a un albero, li raggiunse.
Dietro di lui trotterellava il piccolo halfling e, per ultima, la
sacerdotessa elfica si unì al gruppo. Osservava il suo simbolo sacro con una
vaga preoccupazione negli occhi e si guardò alle spalle un paio di volte.
Nessuno aveva detto una parola: nessuno se la sentiva di infrangere lo
strano silenzio che sembrava aleggiare sulla radura, inoltre con il tempo
passato insieme stavano cominciando a capirsi anche senza parlare ..il che
era un bene, considerato che quasi ogni volta che decidevano di discutere
tra loro, finivano col portare avanti interminabili e oziosi dibattiti.
I cinque si riunirono all'altezza del cerchio di pietre centrale, quello che
circondava direttamente le poche casupole e la strana torre che insieme
prendevano il nome di Ossington. Le strade del villaggio erano deserte e non
si udiva nemmeno l'abbaiare di un cane. Ad un tratto si sollevò una brezza
leggera che fece dondolare l'insegna della piccola osteria, producendo un
cigolio che fece sussultare alcuni di loro con i nervi più tesi. Non era lo
spettacolo che si erano immaginati, essendo tornati al villaggio per
ottenere informazioni e spiegazioni, ed inoltre non era giustificabile in
alcun modo ragionevole. Dov'erano finiti, tutti quei poveri contadini che
erano stati ansiosi di acclamarli come salvatori? Dov'erano finiti quel
chiassoso cantore e l'agile guerriera che aveva curiosato tutto il tempo le
armi pregiate e magiche degli avventurieri? Nell'indecisione generale, Rick,
lo spadaccino, estrasse in un fruscio metallico le sue due armi mentre uno
scatto secco annunciò che Garret, il mezzuomo, aveva caricato la sua
balestra. Rick e il combattente dai lunghi artigli, Sebastian era il suo
nome, furono i primi a procedere.
I due guerrieri stavano muovendo i primi passi guardinghi, mentre gli altri
ancora si guardavano intorno, quando un improvviso boato risvegliò tutti dal
silenzio e le strade di Ossington, inauditamente, si riempirono di nuovo dei
loro abitanti. Stavano correndo, tutti, e gridavano, con insapettata
ferocia. I raggi del sole rivelarono riflessi metallici tra le mani di
alcuni di loro: lunghi coltelli di rozza fattura, e alcuni randelli
rudimentali. Una massa di contadini cenciosi armati e urlanti si stava
lanciando all'assalto dei loro "salvatori", negli occhi una folle rabbia
omicida.

[Il master stava sbavando dalla gioia pregustando l'idea di farci tutti
secchi. lo abbiamo sentito rovistare le sue cose dietro lo schermo in preda
all'eccitazione, in un gran frusciare di fogli, foglietti e dadi. Vi starete
chiedendo chi accipuffolina scrive, vero? Se vi piace, pensatela come la
vena letteraria di Grugno, pardon, Vesley, che ha seguito invisibile il
gruppo curioso come al solito e che ha deciso di farne un racconto.un po'
troppo onniscente, vero? Prendetela come la storia di un bardo, allora. un
po' troppo noiosa, vero? Prendetela come l'autrice che voleva descrivere il
combattimento ma pensava che fosse un po' esilerante l'idea di far scrivere
tutto a Shuly che mentre scrivo sta ancora combattendo. un po' troppo
contorto, vero? Beh, cazzo, allora prendetela un po' come vi pare! *_*]

Quanto stava accadendo era al di là della meno rosea delle ipotesi, ma
risultò non essere poi così inaspettato per nessuno di loro. I cinque
avventurieri furono rapidi a prendere le posizioni da combattimento mentre l
'orda urlante si avvicinava.
Nei riguardi di quella folla assassina i cinque avevano sentimenti
contrastanti: la maggior parte aveva solo visto l'ennesimo nemico farsi
avanti, e attendeva tesa ad armi spianate, ma alcuni riconoscevano le facce
dei contadini che si erano accalcati qualche giorno prima per salutarli e
omaggiarli, i volti scavati dalla fame e dalla disperazione; l'elfa, in
particolare, aborriva l'idea di recidere tante vite, come facilmente
avrebbero potuto fare. Lo spettacolo che aveva davanti agli occhi era tanto
strano da farle sospettare che gli uomini e le donne del villaggio potessero
persino essere sotto qualche forma di controllo mentale e decise di tentare
di non fare del male a nessuno. Così Shulystraee, questo era il suo nome,
invocò a sé un potere che quasi non sapeva di possedere e con un unico gesto
colpì i primi cinque contadini che erano arrivati sino al gruppo, i quali
caddero subito a terra. In un sonno magico e profondo. Tuttavia fu una
goccia nel mare, perché furono subito calpestati dalla calca che andava a
riempire ogni spazio possibile, agitando le armi. Chiamando Sebastian
davanti a sé perché la coprisse, arretrò di qualche passo per concentrarsi
sulla prossima mossa. Accanto a lei l'incantatore incappucciato, Tio, da
qualche secondo aveva intonato una strana litania accompagnata da gesti
incomprensibili. Stava convogliando a sé suoi inconsueti poteri.
Il primo impatto con la folla fu devastante, per gli sfortunati assalitori:
molti finirono falciati subito dalle spade di Rick o dagli artigli di
Sebastian. Da parte sua, il piccolo Garret, costretto dalla mischia a usare
la sua piccola spada (più simile a un pugnale), stava avendo qualche
problema in primo luogo a mettere a segno i colpi, ma soprattutto a non
venire travolto e schiacciato come accadeva già ai contadini più lenti.
Mentre i primi corpi cadevano inerti, subito travolti e sostituiti da nuovi
e cenciosi assalitori, qualcosa risuonò nell'aria: una musica, lenta e
maestosa, si era levata da dietro una casupola. A giudicare dagli effetti
che ebbe sulla popolazione di Ossington, che iniziarono ad attaccare con
maggiore forza, non doveva essere una normale musica. Il suo esecutore,
lontano dalla mischia ma non dalla vista dei guerrieri, fece un passo oltre
la sua copertura e risultà subito riconoscibile. Le dita che con abili gesti
stuzzicavano le corde di una yarting per produrre quella melodia stregata
appartenevano al Cuckoo, lo strano cantore avventuriero che i cinque avevano
avuto modo di conoscere nei giorni precedenti; il ghigno malizioso che gli
attraversava per obliquo il volto bastava ora a rivelare la sua natura
malvagia nonché la soddisfazione per un'abile recitazione ben riuscita.
Mentre le "truppe" colpivano con rinnovato vigore, senza comunque riuscire
quasi a scalfire nessuno, Sebastian aveva trovato la sua sorpresa tra la
folla. Insieme ai contadini, infatti, lo stava assalendo anche la giovane
guerriera di nome Tully che aveva conosciuto insieme al Cuckoo. Era stata
davvero una bella recita di gruppo, dunque.... La ragazza sembrava aver
scelto
il robusto guerriero per ingaggiare un piccolo duello personale:
sgattaiolando agile come una gatta tra la folla, rivelò un'abilità
inconsueta con la spada, e la capacità di portare avanti attacchi rapidi e
letali usando poi i contadini per ripararsi. Per parte sua, nonostante l'
impaccio della calca, Sebastian riuscì persino a conservare la freddezza di
godersi la tecnica di quella rivale inaspettata che era persino riuscita a
colpirlo a una spalla. Ma avrebbe dovuto mettere a segno molti altri
attacchi per sperare di metterlo fuori combattimento ...ed inoltre ogni
artigliata che lui mandava segno, in virtù degli strani poteri che nessuno
eccetto lui capiva a pieno, sembrava fargli recuperare nuove forze.
Dietro di lui, nel frattempo, Tio era riuscito a tenersi al riparo dagli
attacchi per preparare alcuni incantesimi Ora la comparsa del Cuckoo lo
aveva convinto a passare all'offesa: il suo mantello si squarciò all'
improvviso, rivelando il suo aspetto. Non il suo vero aspetto, già di per sé
insolito, ma ciò che aveva ottenuto operando la magia sul proprio corpo.
Beffardamente, aveva assunto un'aspetto molto simile a quello del cantore
che spronava i loro assalitori, ma aveva conferito al suo volto strani
tratti ferini e selvaggi, mentre la sua capigliatura - vera - di contorti
viticci veniva finalmente liberata dal cappuccio. Ciò che squarciò il
mantello, però, furono le due lunghe ali piumate che crebbero rapidamente
sulla sua schiena e lo portarono a librarsi di qualche metro sopra il
combattimento. Uno spettacolo piuttosto spaventoso, se i suoi compagni non
fossero già stati abituati alle sue originali tecniche di combattimento,
nonché alquanto impegnati a tenere a bada coltellacci e randelli.
Sollevandosi in alto, l'incantatore si mosse in direzione del cantore, con
un sogghigno e la ferma intenzione di fargli sbagliare almeno un accordo.

[e meno male che dal bardo non ci è arrivato, aggiungerei.^_^; leggere
oltre.]

Prima, però si sarebbe divertito a infastidire la guerriera, ormai
sanguinante da più di una ferita, che stava sfidando Sebastian, il quale
tutto sommato cominciava a stufarsi di dover parare i suoi rapidi fendenti,
artigliarla dove riusciva e tenere a bada i contadini mentre si sforzava
ancora di coprire la piccola elfa. Tio si appollaiò su un tetto, allora, e
tentò di convincere la giovane a lasciare la spada e a spogliarsi sul posto,
naturalmente con la magia. Tully esitò brevemente, ma la sua volontà sembrò
resistere al comando arcano di Tio, il quale, indispettito, la colpì con un
raggio di energia che non sbagliava mai il colpo. Con sorpresa tanto sua
quanto di Sebastian, quello si rivelò essere l'ultimo colpo che la ragazza
poteva sopportare prima di emettere un gorgoglio e accasciarsi al suolo con
le membra fumanti. I due si scambiarono una rapida occhiata, vagamente
divertita, e tornarono in combattimento, anche se gli esiti dell'incontro
sembravano ormai chiari a tutti: la maggior parte dei contadini giaceva ora
a terra, e Rick e Garret, dall'altra parte, stavano facendo un buon lavoro.
L'unico avversario degno di qualche nota, per Tio, rimaneva il cantore;
dunque si voltò e si preparò a risollevarsi in volo, quando la scena che
vide lo fece arrestare di colpo.
Nelle poche manciate di secondi trascorse, Shulystraee aveva trovato modo di
concentrarsi e valutare la situazione... Il contadini sembravano ormai sotto
controllo, anche se vederne tanti cadere trafitti al suolo straziava il suo
estremo rispetto per la vita. Non si sarebbe mai abituata a vedere tanto
sangue.Anche la rapida Tully stava per cadere. Come anche Tio, era dunque
giunta alla conclusione che il Cuckoo sembrava l'ultima vaga minaccia
rimasta. I suoi poteri di sacerdotessa le avevano sempre conferito capacità
utili e a volte fondamentali, ma niente degli incantesimi appariscenti e
clamorosi che anche maghi non troppo esperti sapevano esercitare. Tuttavia
era da quel mattino che avvertiva uno strano cambiamento avvenuto dentro di
lei, il formicolare di qualcosa di nuovo dentro la sua testa e la certezza
che la dea avesse deciso di darle nuovi doni. provò a concentrarsi e a
pregare ignorando il baccano, chiuse gli occhi e si trovò a ripetere
sottovoce una preghiera che non si era mai udita recitare. All'improvviso,
la sua mente fu travolta e riempita di immagini di luoghi rigogliosi e
magnifici, di una bellezza che non poteva risiedere su Toril, per cui si
aggiravano bestie di uno splendore sovrannaturale che mai aveva visto: le
normali creature di una foresta, pensò, ma ammantate da un'aura di
perfezione e nobiltà ultraterrene. E all'improvviso qualcosa dentro di lei
capì esattamente dove si trovava e Shulystraee fu colpita dal'inspiegabile
certezza di poter contemplare i boschi e le distese del lontano reame di
Arvandor, dimora di dei e dee. Una voce misteriosa le disse "Scegli" e all'
improvviso seppe che cosa fare. E come farlo.
Quale modo migliore di terminare un'incontro di una manifestazione tanto
potente del favore degli dei?

[Ok ok, quante scene! Però caspita in 7 livelli Shuly non aveva mai evocato
nemmeno un coniglio crudele!! Pertanto ne ho dedotto che non lo sapesse
ancora fare.quale modo migliore di imparare che durante un combattimento
così strano, specie dopo aver appena appreso gli incantesimi di quarto? ^_^
Se penso alla figura barbina della bestia, però, il paragrafo che ho appena
scritto mi sembra una parodia..O_o]

Senza dare segni di preoccupazione, il Cuckoo stava continuando a
contemplare la piccola battaglia, stuzzicando incessantemente le corde della
sua yarting, quando i suoi capelli furono scompigliati da un alito caldo. Un
lieve ruggito di avvertimento fu tutto l'anticipo che il cantorie ricevette
prima di essere raggiunto alle spalle da due possenti zampate che lo fecero
girare su se stesso e franare a terra, lasciando cadere lo strumento. Un
enorme leone, troppo grosso e splendido per essere un comune animale, si era
appena materializzato dove Shulystraee gli aveva comandato di andare e stava
eseguendo obbedientemente il suo incarico di morte, aggiungendoci - in
verità - anche una certa soddisfazione personale. Lo splendido felino si
stava apprestando a sferrare il suo morso mortale alla gola dell'uomo quando
l'aria intorno ai due si riempì di un aroma malsano e di spore verdognole.
Sotto gli occhi dell'animale e della sua evocatrice, nonché di tutti gli
altri, il corpo dell'uomo incominciò a pulsare. E a mutare. E a crescere. E
crescere.
Ululati agghiaccianti che sembravano provenire direttamente dai piani inferi
frantumarono l'aria, intanto, mentre dalla torre di Ossington rimasta
inosservata si levava uno spaventoso canto arcano, così forte che tutti
poterono udire la voce che lo pronunciava: possente ... eppure stranamente
familiare.
Tutto ciò cambiava decisamente le carte in tavola





Other related posts: