Qualcuno potrebbe dire che comincio a soffrire di elefantiasi letteraria...e avrebbe ragione. Dopo un lungo travaglio ecco a voi il... DIARIO DI BORDO / Parte settima -- Ottavo giorno del mese di Marphenot Anno della Magia Selvaggia Boschi intorno a Ossington, da qualche parte nel Bosco di Chondal E'estremamente difficile scrivere mentre si cammina in un bosco, anche se a tratti si usa la schiena di un halfling come leggìo o si tenta di rimanere qualche minuto fermi a scribacchiare senza che gli altri se ne accorgano e mi spronino a proseguire. Ci provo ugualmente, poiché devo fissare su carta quello che ci è successo nell'ultimo giorno e mezzo. Stiamo andando incontro a una situazione ignota, forse molto pericolosa, avvicinandoci ai cerchi di pietra che incorniciano il villaggio di Ossington. Correggerò i molti errori domani, se potrò. La mia ultima nota ci aveva lasciati a dare giusta sepoltura al prode servitore di Torm, il cui corpo massacrato era rimasto a marcire sul fondo di un lago dalle acque del colore del sangue...ecco mi sono fermata dietro a un albero.per un po' gli altri proseguiranno senza accorgersene. Il rito commosso che ho officiato per il povero paladino, anche se non conforme ai dogmi della sua Chiesa, deve essere stato sufficiente a dar pace alla sua anima vagabonda, poiché non si è più manifestato in alcun modo. Mentre ancora riempivamo la fossa con le ultime zolle, prima di ricoprirla di fiori selvatici, abbiamo iniziato a discutere sul da farsi. Evidentemente, con le ultime inquietanti scoperte, qualcosa era cambiato nei nostri cuori: il dubbio e il sospetto si erano insinuati insieme con la consapevolezza che qualcuno ci aveva ingannati, che la situazione all'inizio apparsa così chiara era stata probabilmente il frutto di un abile menzogna portata avanti con il solo scopo di metterci del fumo negli occhi per usarci. Non si è mai sentito di un fedele del Giusto che non perorasse una giusta causa e il cavaliere ci ha chiaramente mostrato la sua avversione per Ossington. Anche se ancora non capisco come il male possa serpeggiare in un così misero villaggio di contadini malnutriti, sono sicura - siamo sicuri- che le cose stiano così: in primo luogo perché la mia innata fiducia nel fatto che le cose siano sempre ciò che sembrano (un'ingenuità se volete.) ha ricevuto duri colpi negli ultimi giorni, in secondo luogo perché abbiamo appena ricevuto un'autorevole, quanto inaspettata, conferma. Ma ne parlerò dopo... ora il bosco si è fatto troppo silenzioso e non vedo più i miei amici. Prima che inizino ad urlare il mio nome è meglio che li raggiunga..giurerei di aver visto una fronda muoversi e una coda di pelliccia sparire tra i rami. E forse ho anche udito un "Hobyah". Pessimo segno. Mi interrompo, devo allontanarmi, ho un po' di paura. Non so quanto Garret sia lieto di farmi da leggìo mobile, ma durerà poco per sua fortuna. Per premiarlo gli creerò dei dolcetti a dir poco divini, non appena potrò. La nostra discussione è giunta a una conclusione: dovevamo riuscire a parlare con gli elfi che attaccano Ossington. Nella piena fiducia di non avere da temere da un popolo saggio, pacifico e votato alla venerazione della natura, abbiamo deciso di non tornare subito al villaggio, ma di addentrarci a nord dove la foresta era più fitta e selvatica. Dove si possono trovare gli elfi, se non nel cuore di una foresta? Vivendo io stessa in una foresta, posso esserne certa.solo che i fitti alberi in mezzo a cui ci siamo addentrati in direzione nord-ovest (questo l'ha detto Rick e noi tutti ci fidiamo).ecco: erano strani. Non gli alberi in sé, ma ciò che li circondava. Dopo un po' abbiamo identificato la stranezza: nemmeno un cinguettio di uccello, un crepitare di fogliame sotto le zampette di qualche volpe. Niente, solo vuoto e silenzio. La foresta sembrava svuotata di ogni forma di vita. Poi, due scoperte orribili. Lo sguardo curioso e attento di Garret ci ha portati a rinvenire uno scheletro umano piantato a un albero da una freccia. Elfica. Gli unici averi di quel boscaiolo sventurato erano i brandelli di vestiti che aveva ancora addosso e un'accetta, a terra a poca distanza dal suo braccio destro. Cosa dovevamo pensare? Mi hanno accusata di essere cinica, ma sono sempre più certa che gli elfi non attacchino senza un motivo plausibile. La scoperta più raccapricciante è avvenuta quando la strada attraverso il bosco era quasi in vista. Un albero completamente avvizzito e prosciugato della sua linfa vitale. Accarezzando la corteccia Rick ha scoperto un simbolo dall'aria blasfema incisovi sopra. Io e il guardaboschi stavamo ancora scervellandoci per capire il mistero quando alle nostre spalle Tio ha avuto un sussulto di orrore. Il suo profondo rispetto per la natura è evidente, a partire dal suo aspetto e dai poteri inconsueti che il mondo vegetale gli fornisce, quindi era chiaro lo sgomento che aveva provato nel realizzare all'improvviso che si trattava della quercia di una driade. Le driadi sono bellissime e pacifiche creature che vivono nei boschi e la cui sopravvivenza stessa dipende da quella del loro albero.Tanti anni fa credo anche di averne scorta una. Ebbene, chi aveva tracciato quel simbolo aveva condannato l'albero, e dunque la sua driade, a una morte lunga e penosa. Quale orrore blasfemo. Era metà pomeriggio quando abbiamo attraversato la strada che da nord porta ad Ossington. Stavamo aggirando il villaggio. Ci siamo tuffati nuovamente nelle fitte fronte a ovest della strada, con l'intenzione di raggiungere la zona chiamata i Custodi del Silenzio, dove forse avremmo avuto maggiore fortuna nel contattare gli elfi. Tutti i richiami che avevo gridato alla foresta durante la giornata non erano serviti a nulla, erano solo riecheggiati stranamente tra le fronde. Eppure avevo usato la nostra armoniosa lingua elfica, lieta di avere un pretesto per parlarla nuovamente. Era quasi buio quando indistintamente qualcosa si è mosso tra le fronde e abbiamo udito un nitrito strozzato del cavallo che Sebastian conduceva per le briglie. Il povero animale era stato letteralmente schiacciato da due tronchi. Una trappola degli elfi, senza dubbio, innescata per timore di chi? Non certo appositamente contro di noi: non ci saremmo fatti scoraggiare, avremmo continuato a cercare. L'idea di camminare al buio in un bosco fitto di trappole non arrideva a nessuno, però, quindi abbiamo stabilito una sosta per riposare sino all'alba successiva. Di ciò che accadde quella notte, cioè la notte scorsa ora che ci penso, ho solo un'immagine confusa. Non era il mio turno di guardia e stavo cercando di riposare come facciamo noi elfi, cioè rilassandomi e vagando con la mente in interessanti peregrinzioni. Non è vero, come alcuni pensano, che siamo praticamente sempre consci di quanto ci accade intorno, anche durante la trance. Personalmente ero quasi completamente assente mentre con fare sognante mi divertivo a guardare le fronde sopra la mia testa prima con la mia vista diurna, scorgendo solo vaghissimi contorni illuminati da una timida luna nascente e poi usando il dono insolito della razza di mia madre, che mi permette di sondare anche le tenebre più fitte. Credendo di sognare, avevo davvero intravisto una piccola creatura spostarsi agilmente tra i rami, ma non vi avevo badato. Neppure gli strani versi che le mie orecchie captavano, cioè "hobyah, hobyah", mi avevano colpita. Poi una parte di me deve aver udito la colluttazione che seguì. Mi hanno detto che mi sono alzata e ho iniziato ad armeggiare con la mia armatura per allacciarla, ma non ne ho memoria.ma quando mi sono dovuta alzare per il mio turno di guardia, l'ultimo prima dell'alba, ho osservato con attenzione Rick e Sebastian che dormivano esausti e ho notato che avevano gli indumenti sporchi di sangue. Rick in particolare aveva una brutta ferita al volto, che ho guarito quasi senza pensarci e senza osare svegliarlo. Sulla sua spada più corta c'erano ciuffi di pelliccia incrostati di sangue. Al risveglio mi è stato spiegato tutto: i miei amici erano stati assaliti nottetempo da un piccolo gruppo di creaturine identiche a quel brutto animaletto che stava sulla spalla della pazza del tempio dei novi dei. Dapprima si erano avvicinate emettendo il loro caratteristico verso ed erano sembrati innocui e quasi carini. Poi all'improvviso si erano lanciati tutti insieme su Rick e Sebastian che erano di guardia, rivelando da vicino un muso contratto dall' odio e quasi demoniaco. Mi hanno anche mostrato la carogna di uno di loro, o ciò che ne restava. I collegamenti con Ossington si fanno sinistri e anche se i danni subiti sono stati di poco conto, sospetto che le creature abbiano anche un altro ruolo.spie forse? Anche ora mi sembra di udire il loro odioso "hobyah hobyah". [Durante la sessione i giocatori che dormono sono sempre lì ad ascoltare quello che succede. Quando i cosi hanno iniziato ad avvicinarsi in modo preoccupante abbiamo iniziato a dire "eddai perché non ci svegliate su svegliateci dai dai." ma Sebastian/Stefano ci ha cassati dicendo che era troppo starci ad organizzare per fronteggiare una tribù di *Gatti Timidi del Bengala*. So che non rende scriverlo così, ma stavo starnutendo quando una risata che mi veniva dritta dalle viscere mi ha fatto inghiottire lo starnuto e piegare dal ridere sputazzando sulla scheda. Scusa Shuly! *_*] Abbiamo deciso di interrompere la marcia ed ora potrò scrivere un po' più agevolmente. Garret è sgusciato subito via dalla mia pergamena e sta già sbocconcellando qualcosa. Gli altri sono intenti ad affilare le proprie armi e ad assicurarle al proprio corpo. dai loro sguardi si direbbe che stiano andando in battaglia. Io non ho simili preparativi da effettuare, il mio arco è sempre fedele al suo posto e miei poteri oggi mi sembrano persino aumentati. [Yay! Dopo trecento sessioni il master ci ha fatti avanzare!! Ora sono di settimo livello!! ^_^ Per la cronaca ho preso una CdP, il Viandante Mistico (tratto da Magic of Faerun), che sembra ricamato su Shuly. Per gli altri è una Cdp un po' bifida ma mi piaceva come roleplaying. Tra un po' forse otterrò anche un famiglio e il potere di sintonizzare le gemme, più altre cose inutili! ^_^ Inoltre finalmente ho incantesimi di quarto!! *_* aah. sono ebbra di potere! Mhuahahha..] Pertanto continuo a scrivere. Dopo circa un ora di cammino abbiamo raggiunto l'agognato sito dei Custodi del Silenzio, un gruppo di enormi menhir in una disposizione misteriosa, da cui ho rinnovato i miei richiami in lingua elfica, con l'aiuto a sorpresa di Rick e Tio che sembrano avere una buona conoscenza del principale dialetto. Nessuna risposta. Ci siamo riaddentrati nel bosco e dopo qualche minuto di marcia il nostro gruppo è stato bersagliato di frecce che si sono piantate - immagino volutamente - negli alberi vicini. Capimmo di aver trovato gli elfi.ma come far si che non finissimo per ucciderci a vicenda? Con rapide occhiate abbiamo stabilito di non rispondere con la forza, anche se d'istinto Sebastian aveva già indirizzato uno dei suoi strani attacchi mentali in direzione dell'origine delle frecce. [Ora, l'ultima volta che l'amico psionico aveva lanciato un flagello mentale modello mind flyer il verme del gelo a cui l'aveva indirizzato era esploso poco dopo facendo secchi sul colpo due pg.non dico che le due cose fossero collegate, però.intanto lui si giustifica "Ma tanto non fa male, provocherà solo un leggero mal di testa cosa vuoi che sia". Ho capito, basta la novalgina..] Sono subito corsa in quella direzione con parole di pace per assicurarmi che nessuno fosse stato colpito. Mentre Sebastian veniva istantaneamente assalito da due piccoli rapaci apparsi dal nulla (gli stessi falchi apparsi ad Ossington!), Rick e Tio si sono invece trovati in una situazione imprevista: in uno scricchiolare di rami due vecchie querce avevano preso vita davanti a loro. In pochi istanti la foresta intorno a noi si era trasformata nel magico mondo fatato delle favole per bambini e, come convenuto, nessuno di noi ha rivolto le proprie armi contro quelle meravigliose creature. A completare il quadro, io che stavo correndo in avanti mi sono improvvisamente ritrovata al cospetto di una creaturina che era letteralmente comparsa dal nulla. Era piccolo, più basso di Garret, ma straordinariamente sottile e aggraziato. A dire il vero sembrava un grazioso elfo in miniatura, ad eccezione delle belle ali da libellula e del buffo abbigliamento. Mi guardava con un sorriso malizioso e io, incantata e sorpresa, non ho potuto fare altro che rivolgergli un piccolo, divertito inchino. Il folletto era scomparso di nuovo, ma avevamo superato la prova a cui gli elfi dei boschi ci avevano sottoposti, poiché pochi istanti dopo apparvero al nostro cospetto tre elfi, tra i più strani che avessi mai visto. Vestiti di pelli e con i capelli intrecciati di ramoscelli e foglie, stridevano molto con l'immagine che il mondo ha di noi elfi. tuttavia emanavano il consueto fascino misterioso della nostra razza e il loro profondi occhi verdi rivelavano la saggezza di secoli che un umano non potrebbe mai vedere. Quando parlarono, mi stupì che la loro pronuncia fosse così chiara e comprensibile. Non furono amichevoli, inizialmente, ma sospettosi, come del resto ci aspettavamo, e diffidenti. Probabilmente il fatto che ci disarmassimo di fronte a loro e li invitassimo a sondare magicamente i nostri cuori per coglierne le intenzioni deve aver sortito il suo effetto, poiché gradualmente il ghiaccio si è spezzato e -con curiosità reciproca- abbiamo iniziato a discutere. Operazione per la quale mi sono prestata volentieri al ruolo di interprete tra gli elfi e Garret e Sebastian. Due maschi e una femmina erano gli elfi che attaccavano Ossington. Yellis, Zarn e l'incantatrice Thilvara. Con questi nomi si presentarono, e anche come gli unici superstiti della loro comunità, massacrata alcune lune fa, a loro detta, dagli abitanti di Ossington. Nel pronunciare il nome del villaggio, il bel viso di Yellis si era contorto in una sottile smorfia di odio. Secondo il racconto dell'arciere, per un lungo periodo gli Ossingtoniani e il loro popolo erano stati contenti di ignorarsi a vicenda, sino a che gli abitanti di quello strano villaggio non avevano iniziato a comportarsi in modo violento e sacrilego, prosciugando la foresta per trarne risorse e mancando così di rispetto alla natura come solo degli umani avrebbero potuto fare. Ciò aveva destato le preoccupazioni della comunità elfica che viveva a sud-ovest del villaggio, che dunque accettò senza troppi sospetti l'incontro con una rappresentanza del villaggio in una radura del bosco, allo scopo di discutere e appianare i contrasti. L'incontro annunciato con promesse e parole gentili si rivelò niente meno che un agguato, in cui morirono impotenti sia l'anziano capo degli elfi che i loro migliori guerrieri. Non senza un qualche collegamento, il villaggio elfico veniva assalito quasi contemporaneamente da misteriosi aggressori che lo diedero in pasto alle fiamme, massacrando i più deboli. Nel riudire il racconto di Yellis, gli altri due avevano intanto abbassato lo sguardo con mestizia. Erano passate solo poche lune da quegli avvenimenti, e il dolore era più vivo che mai. I tre elfi che avevamo davanti erano gli unici scampati al massacro e da mesi vivevano spostandosi nel bosco, dando continua guerra al villaggio. Thilvara ci spiegò che prima che facessimo irruzione nel bosco stavano progettando di sferrare un ultimo attacco con le poche forze rimaste. E con la collaborazione degli ultimi superstiti del popolo fatato che un tempo popolava questi boschi, come avevamo potuto vedere. Come in risposta a quelle parole, il piccolo folletto che mi era apparso poco avanti decise di riapparire esattamente davanti a Sebastian. [che ha tentato immediatamente di azzannarlo e l'ha subito ribattezzato *Grugno*. Il master si è offeso a morte..*_*] Ci fissò con curiosità mentre gli elfi accennavano un vago sorriso, quindi si presentò con una piroetta come Vesley il Pixie. Mostrò di apprezzare la sincerità delle nostre intenzioni, come a suo dire aveva avuto modo di constatare con la sua potente magia. Quelli che invece non erano del tutto convinti, a dire il vero, eravamo noi: non tanto perché dubitassimo delle parole dei tre, ma perché non capivamo - e non capiamo tuttora, mentre ci affanniamo verso Ossington - come una popolazione di contadini che vivono di stenti e in miseria avesse potuto portare avanti un attacco così massiccio e fatale contro un popolo non certo indifeso di abilissimi arcieri e incantatori. C'erano troppi punti oscuri, troppe cose inspiegabili stando all'immagine che avevamo di Ossington.o stando a quanto di Ossington qualcuno aveva voluto farci credere. Non si poteva più posticipare: dovevamo tornare lì e chiedere spiegazioni, o esigerle con la magia, se necessario. Certo, avremmo accettato volentieri l' aiuto degli elfi e all'occorrenza avremmo fornito loro il nostro, ma prima bisognava andare a verificare di persona. Questo accadeva qualche ora fa. Il commiato con gli elfi è stato breve ma sentito, quindi i tre si sono quasi dissolti tra le fronde e in pochi secondi non c'era più traccia della loro presenza. Chi aveva recato un torto tanto orrendo a un popolo di creature così sorprendenti meritava un'adeguata punizione. Mentre camminiamo si alternano nelle nostre menti propositi di vendetta come questo e -sempre più assillanti- il dubbio, la curiosità, l' indecisione. Cosa faremo una volta lì? Dovremo mentire, non potremo certo rivelare che abbiamo scoperto la sorte dell'antico cavaliere, o che abbiamo stretto amicizia con gli elfi che li minacciano.. Dovremo essere abili e giocare d'astuzia. E avere le armi pronte, all'occorrenza. Intanto sto ripassando tra me e me una preghiera a Eilistraee che dovrebbe aiutarmi a svelare la presenza del male a Ossington, se ne avrò il tempo. Ora è meglio che riponga le pergamene nello zaino e cominci a concentrarmi seriamente. E' da un po' che sento serpeggiare in me un potere nuovo e devo cercare di metterlo a fuoco..Intanto dovremmo essere quasi in vista della radura di Ossington. Che strano, da qui non si riesce ad udire nessuno dei suoni che normalmente segnalano la vita in un villaggio nel bel mezzo della giornata.. Shulystraee, Viandante della Vergine Oscura Eilistraee [Eh eh, volete sapere che bella pensata avevo avuto per "rivelare il male"? Usare Traslazione Arborea , che -uga uga- è un incantesimo del dominio degli elfi, e proiettare Shuly da sola sino ad Ossington, per poi farla procedere fischiettando sino al centro del villaggio per lanciare con fare indifferente Individuazione del Male, che tra l'altro ci vuole anche un fottio di tempo. Così tranquilla e indisturbata. Leggere oltre per capire che pessima idea sarebbe stata >_<.] Intermezzo Il sole era ancora alto nel cielo quando i cinque viandanti si fermarono al limitare della radura di Ossington. La marcia forzata attraverso la foresta non era stata certo riposante, ma alcuni riuscivano a nasconderlo meglio di altri. Non si curava di apparire instancabile il paffuto mezzuomo, che aveva approfittato della pausa per appoggiarsi esausto a una radice nodosa e sporgente, ventilandosi con una foglia di quercia. Dover procedere al ritmo degli altri con le sue gambette corte si era rivelato più stancante del previsto. L'esile elfa dai capelli d'argento non avvertiva tanto i postumi della marcia, quanto dei terribili crampi al polso e alla mano destra. Aveva scribacchiato i suoi appunti per tutto il viaggio inciampando più di una volta nelle sue stesse gambe o direttamente nei suoi amici. I tre robusti umani, invece, a giudicare dall'atteggiamento, sembravano pronti a marciare ancora per giorni, sino a che una più attenta analisi non avesse rivelato gli abiti ormai quasi fradici e le fronti imperlate di sudore. Uno di loro si contemplò brevemente una mano munita di formidabili artigli, flettè le dita e si incamminò verso il primo dei due cerchi di pietra che circondavano il villaggio, cogliendo impreparati i suoi compagni. L'alto spadaccino fu il primo a seguirlo, con un passo tanto leggero e aggraziato da farlo sembrare uno degli elfi che il gruppo aveva appena conosciuto. Il misterioso uomo che era coperto interamente da un lungo mantello li guardò per un istante e, dopo aver assicurato le briglie dei cavalli a un albero, li raggiunse. Dietro di lui trotterellava il piccolo halfling e, per ultima, la sacerdotessa elfica si unì al gruppo. Osservava il suo simbolo sacro con una vaga preoccupazione negli occhi e si guardò alle spalle un paio di volte. Nessuno aveva detto una parola: nessuno se la sentiva di infrangere lo strano silenzio che sembrava aleggiare sulla radura, inoltre con il tempo passato insieme stavano cominciando a capirsi anche senza parlare ..il che era un bene, considerato che quasi ogni volta che decidevano di discutere tra loro, finivano col portare avanti interminabili e oziosi dibattiti. I cinque si riunirono all'altezza del cerchio di pietre centrale, quello che circondava direttamente le poche casupole e la strana torre che insieme prendevano il nome di Ossington. Le strade del villaggio erano deserte e non si udiva nemmeno l'abbaiare di un cane. Ad un tratto si sollevò una brezza leggera che fece dondolare l'insegna della piccola osteria, producendo un cigolio che fece sussultare alcuni di loro con i nervi più tesi. Non era lo spettacolo che si erano immaginati, essendo tornati al villaggio per ottenere informazioni e spiegazioni, ed inoltre non era giustificabile in alcun modo ragionevole. Dov'erano finiti, tutti quei poveri contadini che erano stati ansiosi di acclamarli come salvatori? Dov'erano finiti quel chiassoso cantore e l'agile guerriera che aveva curiosato tutto il tempo le armi pregiate e magiche degli avventurieri? Nell'indecisione generale, Rick, lo spadaccino, estrasse in un fruscio metallico le sue due armi mentre uno scatto secco annunciò che Garret, il mezzuomo, aveva caricato la sua balestra. Rick e il combattente dai lunghi artigli, Sebastian era il suo nome, furono i primi a procedere. I due guerrieri stavano muovendo i primi passi guardinghi, mentre gli altri ancora si guardavano intorno, quando un improvviso boato risvegliò tutti dal silenzio e le strade di Ossington, inauditamente, si riempirono di nuovo dei loro abitanti. Stavano correndo, tutti, e gridavano, con insapettata ferocia. I raggi del sole rivelarono riflessi metallici tra le mani di alcuni di loro: lunghi coltelli di rozza fattura, e alcuni randelli rudimentali. Una massa di contadini cenciosi armati e urlanti si stava lanciando all'assalto dei loro "salvatori", negli occhi una folle rabbia omicida. [Il master stava sbavando dalla gioia pregustando l'idea di farci tutti secchi. lo abbiamo sentito rovistare le sue cose dietro lo schermo in preda all'eccitazione, in un gran frusciare di fogli, foglietti e dadi. Vi starete chiedendo chi accipuffolina scrive, vero? Se vi piace, pensatela come la vena letteraria di Grugno, pardon, Vesley, che ha seguito invisibile il gruppo curioso come al solito e che ha deciso di farne un racconto.un po' troppo onniscente, vero? Prendetela come la storia di un bardo, allora. un po' troppo noiosa, vero? Prendetela come l'autrice che voleva descrivere il combattimento ma pensava che fosse un po' esilerante l'idea di far scrivere tutto a Shuly che mentre scrivo sta ancora combattendo. un po' troppo contorto, vero? Beh, cazzo, allora prendetela un po' come vi pare! *_*] Quanto stava accadendo era al di là della meno rosea delle ipotesi, ma risultò non essere poi così inaspettato per nessuno di loro. I cinque avventurieri furono rapidi a prendere le posizioni da combattimento mentre l 'orda urlante si avvicinava. Nei riguardi di quella folla assassina i cinque avevano sentimenti contrastanti: la maggior parte aveva solo visto l'ennesimo nemico farsi avanti, e attendeva tesa ad armi spianate, ma alcuni riconoscevano le facce dei contadini che si erano accalcati qualche giorno prima per salutarli e omaggiarli, i volti scavati dalla fame e dalla disperazione; l'elfa, in particolare, aborriva l'idea di recidere tante vite, come facilmente avrebbero potuto fare. Lo spettacolo che aveva davanti agli occhi era tanto strano da farle sospettare che gli uomini e le donne del villaggio potessero persino essere sotto qualche forma di controllo mentale e decise di tentare di non fare del male a nessuno. Così Shulystraee, questo era il suo nome, invocò a sé un potere che quasi non sapeva di possedere e con un unico gesto colpì i primi cinque contadini che erano arrivati sino al gruppo, i quali caddero subito a terra. In un sonno magico e profondo. Tuttavia fu una goccia nel mare, perché furono subito calpestati dalla calca che andava a riempire ogni spazio possibile, agitando le armi. Chiamando Sebastian davanti a sé perché la coprisse, arretrò di qualche passo per concentrarsi sulla prossima mossa. Accanto a lei l'incantatore incappucciato, Tio, da qualche secondo aveva intonato una strana litania accompagnata da gesti incomprensibili. Stava convogliando a sé suoi inconsueti poteri. Il primo impatto con la folla fu devastante, per gli sfortunati assalitori: molti finirono falciati subito dalle spade di Rick o dagli artigli di Sebastian. Da parte sua, il piccolo Garret, costretto dalla mischia a usare la sua piccola spada (più simile a un pugnale), stava avendo qualche problema in primo luogo a mettere a segno i colpi, ma soprattutto a non venire travolto e schiacciato come accadeva già ai contadini più lenti. Mentre i primi corpi cadevano inerti, subito travolti e sostituiti da nuovi e cenciosi assalitori, qualcosa risuonò nell'aria: una musica, lenta e maestosa, si era levata da dietro una casupola. A giudicare dagli effetti che ebbe sulla popolazione di Ossington, che iniziarono ad attaccare con maggiore forza, non doveva essere una normale musica. Il suo esecutore, lontano dalla mischia ma non dalla vista dei guerrieri, fece un passo oltre la sua copertura e risultà subito riconoscibile. Le dita che con abili gesti stuzzicavano le corde di una yarting per produrre quella melodia stregata appartenevano al Cuckoo, lo strano cantore avventuriero che i cinque avevano avuto modo di conoscere nei giorni precedenti; il ghigno malizioso che gli attraversava per obliquo il volto bastava ora a rivelare la sua natura malvagia nonché la soddisfazione per un'abile recitazione ben riuscita. Mentre le "truppe" colpivano con rinnovato vigore, senza comunque riuscire quasi a scalfire nessuno, Sebastian aveva trovato la sua sorpresa tra la folla. Insieme ai contadini, infatti, lo stava assalendo anche la giovane guerriera di nome Tully che aveva conosciuto insieme al Cuckoo. Era stata davvero una bella recita di gruppo, dunque.... La ragazza sembrava aver scelto il robusto guerriero per ingaggiare un piccolo duello personale: sgattaiolando agile come una gatta tra la folla, rivelò un'abilità inconsueta con la spada, e la capacità di portare avanti attacchi rapidi e letali usando poi i contadini per ripararsi. Per parte sua, nonostante l' impaccio della calca, Sebastian riuscì persino a conservare la freddezza di godersi la tecnica di quella rivale inaspettata che era persino riuscita a colpirlo a una spalla. Ma avrebbe dovuto mettere a segno molti altri attacchi per sperare di metterlo fuori combattimento ...ed inoltre ogni artigliata che lui mandava segno, in virtù degli strani poteri che nessuno eccetto lui capiva a pieno, sembrava fargli recuperare nuove forze. Dietro di lui, nel frattempo, Tio era riuscito a tenersi al riparo dagli attacchi per preparare alcuni incantesimi Ora la comparsa del Cuckoo lo aveva convinto a passare all'offesa: il suo mantello si squarciò all' improvviso, rivelando il suo aspetto. Non il suo vero aspetto, già di per sé insolito, ma ciò che aveva ottenuto operando la magia sul proprio corpo. Beffardamente, aveva assunto un'aspetto molto simile a quello del cantore che spronava i loro assalitori, ma aveva conferito al suo volto strani tratti ferini e selvaggi, mentre la sua capigliatura - vera - di contorti viticci veniva finalmente liberata dal cappuccio. Ciò che squarciò il mantello, però, furono le due lunghe ali piumate che crebbero rapidamente sulla sua schiena e lo portarono a librarsi di qualche metro sopra il combattimento. Uno spettacolo piuttosto spaventoso, se i suoi compagni non fossero già stati abituati alle sue originali tecniche di combattimento, nonché alquanto impegnati a tenere a bada coltellacci e randelli. Sollevandosi in alto, l'incantatore si mosse in direzione del cantore, con un sogghigno e la ferma intenzione di fargli sbagliare almeno un accordo. [e meno male che dal bardo non ci è arrivato, aggiungerei.^_^; leggere oltre.] Prima, però si sarebbe divertito a infastidire la guerriera, ormai sanguinante da più di una ferita, che stava sfidando Sebastian, il quale tutto sommato cominciava a stufarsi di dover parare i suoi rapidi fendenti, artigliarla dove riusciva e tenere a bada i contadini mentre si sforzava ancora di coprire la piccola elfa. Tio si appollaiò su un tetto, allora, e tentò di convincere la giovane a lasciare la spada e a spogliarsi sul posto, naturalmente con la magia. Tully esitò brevemente, ma la sua volontà sembrò resistere al comando arcano di Tio, il quale, indispettito, la colpì con un raggio di energia che non sbagliava mai il colpo. Con sorpresa tanto sua quanto di Sebastian, quello si rivelò essere l'ultimo colpo che la ragazza poteva sopportare prima di emettere un gorgoglio e accasciarsi al suolo con le membra fumanti. I due si scambiarono una rapida occhiata, vagamente divertita, e tornarono in combattimento, anche se gli esiti dell'incontro sembravano ormai chiari a tutti: la maggior parte dei contadini giaceva ora a terra, e Rick e Garret, dall'altra parte, stavano facendo un buon lavoro. L'unico avversario degno di qualche nota, per Tio, rimaneva il cantore; dunque si voltò e si preparò a risollevarsi in volo, quando la scena che vide lo fece arrestare di colpo. Nelle poche manciate di secondi trascorse, Shulystraee aveva trovato modo di concentrarsi e valutare la situazione... Il contadini sembravano ormai sotto controllo, anche se vederne tanti cadere trafitti al suolo straziava il suo estremo rispetto per la vita. Non si sarebbe mai abituata a vedere tanto sangue.Anche la rapida Tully stava per cadere. Come anche Tio, era dunque giunta alla conclusione che il Cuckoo sembrava l'ultima vaga minaccia rimasta. I suoi poteri di sacerdotessa le avevano sempre conferito capacità utili e a volte fondamentali, ma niente degli incantesimi appariscenti e clamorosi che anche maghi non troppo esperti sapevano esercitare. Tuttavia era da quel mattino che avvertiva uno strano cambiamento avvenuto dentro di lei, il formicolare di qualcosa di nuovo dentro la sua testa e la certezza che la dea avesse deciso di darle nuovi doni. provò a concentrarsi e a pregare ignorando il baccano, chiuse gli occhi e si trovò a ripetere sottovoce una preghiera che non si era mai udita recitare. All'improvviso, la sua mente fu travolta e riempita di immagini di luoghi rigogliosi e magnifici, di una bellezza che non poteva risiedere su Toril, per cui si aggiravano bestie di uno splendore sovrannaturale che mai aveva visto: le normali creature di una foresta, pensò, ma ammantate da un'aura di perfezione e nobiltà ultraterrene. E all'improvviso qualcosa dentro di lei capì esattamente dove si trovava e Shulystraee fu colpita dal'inspiegabile certezza di poter contemplare i boschi e le distese del lontano reame di Arvandor, dimora di dei e dee. Una voce misteriosa le disse "Scegli" e all' improvviso seppe che cosa fare. E come farlo. Quale modo migliore di terminare un'incontro di una manifestazione tanto potente del favore degli dei? [Ok ok, quante scene! Però caspita in 7 livelli Shuly non aveva mai evocato nemmeno un coniglio crudele!! Pertanto ne ho dedotto che non lo sapesse ancora fare.quale modo migliore di imparare che durante un combattimento così strano, specie dopo aver appena appreso gli incantesimi di quarto? ^_^ Se penso alla figura barbina della bestia, però, il paragrafo che ho appena scritto mi sembra una parodia..O_o] Senza dare segni di preoccupazione, il Cuckoo stava continuando a contemplare la piccola battaglia, stuzzicando incessantemente le corde della sua yarting, quando i suoi capelli furono scompigliati da un alito caldo. Un lieve ruggito di avvertimento fu tutto l'anticipo che il cantorie ricevette prima di essere raggiunto alle spalle da due possenti zampate che lo fecero girare su se stesso e franare a terra, lasciando cadere lo strumento. Un enorme leone, troppo grosso e splendido per essere un comune animale, si era appena materializzato dove Shulystraee gli aveva comandato di andare e stava eseguendo obbedientemente il suo incarico di morte, aggiungendoci - in verità - anche una certa soddisfazione personale. Lo splendido felino si stava apprestando a sferrare il suo morso mortale alla gola dell'uomo quando l'aria intorno ai due si riempì di un aroma malsano e di spore verdognole. Sotto gli occhi dell'animale e della sua evocatrice, nonché di tutti gli altri, il corpo dell'uomo incominciò a pulsare. E a mutare. E a crescere. E crescere. Ululati agghiaccianti che sembravano provenire direttamente dai piani inferi frantumarono l'aria, intanto, mentre dalla torre di Ossington rimasta inosservata si levava uno spaventoso canto arcano, così forte che tutti poterono udire la voce che lo pronunciava: possente ... eppure stranamente familiare. Tutto ciò cambiava decisamente le carte in tavola