[dumbo] articolo sole 24 ore Lunedí 20 Agosto 2001

  • From: "Stefano Setti" <ssetti@xxxxxxxxxxxx>
  • To: <dumbo@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Mon, 27 Aug 2001 10:53:46 +0200

      Lauree brevi: equiparazione senza automatismi
      Ancora sotto esame 54mila diplomati 
      Niente automatismi per l'equiparazione dei diplomi universitari alle 
nuove lauree triennali. La nuova articolazione dei corsi di laurea di primo e 
di secondo livello, che andrà a regime nel prossimo anno accademico, manderà 
infatti definitivamente in pensione i titoli istituiti dalla legge Ruberti 
341/90. Ma per i 54.337 studenti che, a partire dal '93, hanno conseguito la 
mini-laurea, esiste comunque l'opportunità di ottenere l'equipollenza con una 
laurea triennale. «Visto che non è possibile, da un punto di vista giuridico, 
equiparare automaticamente un diploma universitario a una laurea di primo 
livello - spiega il presidente della Conferenza dei rettori delle università 
italiane, Luciano Modica -, è stato allora previsto un iter che consiste nella 
presentazione, da parte dello studente, di una domanda all'ateneo in cui si 
vuole ottenere il riconoscimento degli studi effettuati per adeguarli alla 
nuova laurea triennale». In base ai principi dell'autonomia universitaria 
(decreto ministeriale 509/99), ogni ateneo si riserva, infatti, il diritto di 
esaminare il curriculum del richiedente, di tradurre la valutazione degli esami 
in crediti didattici e di stabilire se c'è bisogno di una integrazione del 
percorso formativo oppure se le prove sostenute per conseguire il diploma 
universitario sono sufficienti a concedere il nuovo titolo di "laureato" 
triennale. La procedura risulta, però, incomprensibile alla maggior parte del 
diplomati universitari, a cominciare dai mini-ingegneri. L'equiparazione della 
discordia. «Per noi diplomati universitari è frustrante scoprire - spiega Marco 
D'Auria, mini-ingegnere e responsabile del Forum telematico dei diplomati 
universitari (http://diplomativc.myforum.net/) - che per ottenere un titolo del 
tutto analogo a quello già in nostro possesso, conseguito dopo tre anni di 
studio e la discussione della tesi, ci viene richiesto di frequentare ancora 
delle lezioni e di sostenere un colloquio o un esame per colmare un presunto 
debito formativo». E ancora: «Non si capisce perché, se il diploma valeva 180 
crediti e le nuove lauree lo stesso, ci chiedono di iscriverci nuovamente 
all'università - afferma Marco Floriani, altro ingegnere diplomato -. In questo 
modo siamo costretti a pagare le tasse per convertire un titolo di studio del 
tutto equivalente a quello che già possediamo. Inoltre, non si capisce perché 
alcune "vecchie" lauree quadriennali verranno adeguate alle nuove lauree 
specialistiche di cinque anni senza alcun bisogno di esami integrativi». La 
risposta arriva da Antonello Masia, direttore generale del servizio per 
l'autonomia universitaria e gli studenti. «È necessario ribadire che una cosa è 
la laurea e un'altra il diploma, anche se universitario. Le regole per il 
passaggio da una laurea all'altra (per esempio, da un corso di quattro a uno di 
cinque anni) prevedono, infatti, procedure diverse da quelle necessarie per 
ottenere l'equipollenza dei diplomi universitari. Ai mini-ingegneri, poi, non 
dovrebbe interessare l'equiparazione. Il problema esisteva quando la qualifica 
di mini-laureato poteva essere spesa solo a livello privato. Ma già nella legge 
4/99 sono state istituite apposite sezioni di Albi riservate ai titolari di 
diplomi universitari». 

      Occupazione. In un sistema caratterizzato dal valore legale, come quello 
pre-riforma, i diplomi universitari hanno talvolta risentito di una limitata 
spendibilità nel mondo del lavoro. Da qui l'esigenza di trasformare la 
mini-laurea in qualcosa di più. L'analisi della resa del diploma universitario 
sul mercato del lavoro è particolarmente interessante. Infatti il 75,2% dei 
diplomati universitari trova - stando alle rilevazioni compiute dall'Istat su 
dati del 1999 - un lavoro continuativo a distanza di tre anni dal conseguimento 
del titolo, a fronte del 67% dei laureati. Non tutti i diplomi offrono, però, 
le stesse opportunità. Primi nella classifica dei più richiesti sono i 
mini-laureati nel settore della sanità, gli statistici e gli ingegneri. Fra 
questi ultimi, a tre anni dal diploma l'80% svolgeva un lavoro continuativo. 
Buone le possibilità anche per il gruppo politico sociale e agrario: i tassi di 
occupazione risultano rispettivamente del 71,6% e del 69,8 per cento. 

      Diplomi universitari e pubblica amministrazione. Difficoltà di 
riconoscimento per i diplomati universitari si sono semmai verificate 
all'interno del pubblico impiego. Fino all'arrivo della circolare 6350/4.7 del 
27 dicembre 2001, che, per l'accesso alla carriera direttiva, ha equiparato i 
vecchi titoli accademici ai nuovi triennali. Diplomi universitari compresi. 
Gelsomina Testa 

      Lunedí 20 Agosto 2001 


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