Il presidente dell'AIDUP (associazione ingegneri diplomati università di parma) ha illustrato i punti salienti della riforma, e un rappresentante degli studenti ha fatto un efficace confronto fra triennio del N.O. e Diplomi Universitari. Proprio alla luce di questo confronto sono emerse alcune cose interessanti. Ad esempio, per conseguire la laurea di 1o livello non è necessario presentare alcuna tesi, né si deve svolgere alcun tipo di stage aziendale. Secondariamente, i moduli didattici del Diploma consistono di 50 ore di insegnamento, mentre quelli della nuova laurea solo 40. A conti fatti, considerando anche i crediti con cui la nostra stessa Università ha valorizzato gli esami del Diploma (6 crediti/modulo), un diplomato universitario dell'università di Parma accumulerebbe alla fine dei suoi studi circa 200 crediti. Questo già da sè dovrebbe indirizzare verso una conversione "automatica" dei Diplomi in nuove Lauree triennali. In alternativa, per chi già lavora, si propone di "espiare" un ulteriore anno di lavoro per vedere riconosciuto il Diploma come Laurea triennale. L'ipotesi meno gradita per la conversione è quella delle integrazioni degli esami: non si puo' chiedere a chi già lavora da anni di rimettersi sui libri per colmare lacune in settori che nemmeno riguardano l'area specialistica (nella maggior parte dei casi sarebbero integrazioni di analisi, fisica e altre materie di base). Questa la posizione degli studenti. Il punto su cui invece i docenti hanno maggiormente posto l'accento è il fatto che la riforma non è ancora pienamente operativa. Quelle che si vedono in giro fino ad ora sono tutte sperimentazioni, e se in alcuni atenei si puo' già parlare di funzionamento a regime del nuovo ordinamento, in altre università (come qui a Parma) questo è ancora lontano, e l'attuazione della riforma è ancora tutta da definire. In tema di conversione del titolo di Diploma Universitario, il preside di Ingegneria ci và un po' con i piedi di piombo: pur essendo aperta alle motivazioni di studenti e Diplomati, l'Università di Parma non vuole esporsi avallando criteri di conversione che non siano in linea con quelli delle università e dei politecnici più grandi e prestigiosi (questo anche per evitare che gli eventuali "convertiti" con criteri un po' troppo arditi vengano discriminati rispetto agli altri). Inoltre un docente fa giustamente notare che, essendo la riforma ancora in divenire, bisognerà vedere come le nuove lauree triennali saranno recepite dal mercato del lavoro, e che peso avranno dal punto di vista legale: anche se avranno sicuramente un valore legale riconosciuto (a differenza dei Diplomi), non è detto che questo titolo venga accettato ai fini di concorsi pubblici o altro. Insomma, non si puo' essere certi che i diplomati trarrano un giovamento immediato e sicuro dall'eventuale conversione. Ci aspettavamo risposte precise, ma a quanto pare i tempi, almeno qui a Parma, sono ancora un po' prematuri per definire con precisione una politica per la conversione dei titoli. Sapremo qualcosa di più preciso quando il triennio del nuovo ordinamento sarà ufficialmente approvato. (in effetti, se la nuova laurea ancora non esiste, non si sa ancora in che cosa convertire il Diploma...) Nell'attesa, io mi auguro che gli atenei più grandi, dove il nuovo ordinamento è operativo già da più tempo, inizino a gettare le basi per la conversione dei Diplomi Universitari: se la politica adotatta sarà a nostro vantaggio, ci sono buone speranze che anche a Parma verremo favoriti. Per (de)iscriversi spedire un messaggio con SOGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:dumbo-request@xxxxxxxxxxxxx HomePage/Archivio lista //www.freelists.org/cgi-bin/list?list_id=dumbo