[dip_2018] Re: Un piccolo passo in avanti in vista dell'incontro del 20-21 ottobre 2017 a Sezano

  • From: Marina Repola <marinare3@xxxxxxxx>
  • To: dip_2018@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Thu, 19 Oct 2017 01:10:23 +0200


Cari Amici,

sono arrivata, direi quasi per caso, ultima, nel vostro gruppo che da tempo si è fatto coinvolgere dai problemi dell’ umanità tradita. Sono un po’ disorientata ad immettermi in questo progetto che direi grandioso ed ‘audace’, doveroso, di fronte ad una realtà che già da tempo si può considerare intollerabile ed è invece così fortemente radicata. So di correre il rischio di essere stonata.

Ho letto il vostro documento le cuianalisi ed aspirazioni condivido. La sfida è enorme. Mi domando come sia possibile portarlo a realizzazione con le resistenze granitiche che, chi detiene il potere in tutte le sue forme, sa opporre con ogni mezzo.

Occorre un coinvolgimento globale che faccia tesoro di tutte le esperienze e realtà positive che in varie aree ed in varie forme lottano contro l’ingiustizia.

Credo si debba anche valorizzare le istituzioni che, per motivi oggettivi, abbiamo incominciato a sentire sempre più lontane dai problemi dell’umanità e che hanno perso parte del loro potere decisionale mentre altri più forti lo gestivano.

Forse anche noi siamo stati complici in questo, con una lunga disattenzione verso problemi che ci sembravano troppo lontani da noi oforse troppo egoisticamente dedicati ai nostri.

Alle Nazioni Unite dobbiamo la dichiarazione dei Diritti umani, nel 1948, firmata da tutti i Paesi aderenti. Se ogni paese, come da impegno, avesse promosso l’applicazione dei 30 articoli che la compongono, oggi avremmo più uguaglianza ed una umanità con meno conflitti.

Direi di più:se ogni Stato avesse avuto il coraggio difar studiare ad ogni cittadino i diritti umani, ognuno avrebbe difeso i suoi e conosciuto quindi quelli di ogni altro. Non ci sarebbe stato spazio per l’ingiustizia.

Forse è il momento di appoggiare le Nazioni Unite rafforzando , dal basso il suo potere, affiancarla nelle iniziative che tendono a rimuovere tutti gli ostacoli possibili alle disuguaglianze tra gli uomini.

Gli 8 Obiettivi del Millennio, primo la lotta contro la povertà,che, nel 2000, l’ONU aveva definito di raggiungere entro il 2015, lo sono stati solo parzialmente.

Nel2015, le Nazioni Unite, ne hanno fissati di nuovo 17 da raggiungere entro il 2030. Riporto il sito di ‘Agenda 30’ per chi volesse leggere il testo della Dichiarazione programmatica:http://www.unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdl

Ricopio i primi due articoli per accennare alla sua impostazione:

/Dichiarazione. Introduzione./

/1. Noi, Capi dello Stato e del Governo e Alti Rappresentanti, riuniti al Quartier Generale delle Nazioni Unite di New York dal 25 al 27 settembre 2015 per la celebrazione del settantesimo anniversario dell’ONU, oggi abbiamo stabilito i nuovi Obiettivi globali per lo Sviluppo Sostenibile. /

/2. Nell’interesse dei popoli che serviamo, abbiamo preso una decisione storica su una serie completa e lungimirante di Obiettivi e traguardi universali, trasformativi e incentrati sulle persone. Noi ci impegniamo a lavorare instancabilmente per la piena implementazione di quest’Agenda entro il 2030. Riconosciamo che sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, è la sfida globale più grande ed un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Ci impegnamo nel raggiungere lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni//  –economica, sociale e ambientale in maniera equilibrata e interconnessa…/

Il linguaggio è forse aulico ma il testo è abbastanza chiaro nel tracciare gli obiettivi.

Che si raggiungano dipenderà anche dai nostri comportamenti.

Sarebbe importante infatti che la società civile stesse alle costole dei vari settori deputati al progredire dell’azione perché possano procedere speditamente nella direzione giusta, senza compromessi. C’è speranza perché sta nascendo una lettura della realtà più formata e limpida, forse proprio perché deve fare i conti con movimenti dal basso, sempre più numerosi, consapevoli e determinati.

( Mi interesso da anni delproblema della fame nel mondo che uccide milioni di persone all’anno e rende precaria la vita di più di un miliardo di persone, soprattutto bambini. Solo da qualche anno siè accettato il principio che la fame non è dovuta a mancanza di cibo (ora anche la FAO ammette che quanto è attualmente prodotto potrebbe sfamare 11-12 miliardi di persone) ma alla povertà, all’impossibilità di accedere al cibo per criminali interessi economici e finanziari.)

Questo servirà solo parzialmente aneutralizzare il sistema finanziario perverso che si è autogenerato.

‘L’impegno dell’audacia’ richiede potenziali incredibili: come rompere l’ingranaggio che ha fatto sì che le 80 persone più ricche della terra posseggano quanto la metà più povera dell’umanità, 3,5 miliardi di persone?

Mi permetto di suggerire un libro scritto da chi di questo ingranaggio ha fatto parte: Confessioni di un sicario dell’economia di John Perkins.

Bisognerà ritrovarsi in tanti, con esperienza, conoscenza, astuzia, passione.

E speranza.

Un caro saluto

Marina Repola

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