Ice aveva paura, forse per la prima volta in vita sua. Non perché fosse
circondato da persone che volevano ucciderli e nemmeno perché ogni due passi la
situazione diveniva più disperata. Non aveva paura di Logan che gli puntava una
pistola negli occhi e che si stava trasformando in un orrore ittico degno degli
scrittori horror del ‘900. Ma aveva paura della sua mente. Entrambi erano stati
contagiati da una merda che gli provocava allucinazioni, e la sua vera paura
era il non potersi fidare dell’unica persona che gli aveva salvato la vita fin
da quando era in tenera età, se stesso. E ciò che era peggio, era che anche
Logan era vittima delle allucinazioni. Ice poteva pensare, o almeno sperare che
i tentacoli del suo compagno non fossero veri, ma non poteva giurare che la
pistola fosse frutto della sua immaginazione. Logan sicuramente non lo voleva
morto o non avrebbe rischiato la vita nell’azione eroica di qualche ora prima,
ma se era vittima di allucinazioni poteva vedere un messicano, o persino Gesù
Cristo al posto di Ice. Agire? Parlare? qualunque delle due azioni avrebbe
potuto farli scoprire ma, se non avesse fatto niente, se avesse giudicato
quella pistola una SUA allucinazione e non di LOGAN, avrebbe preso l’ultima sua
decisione sbagliata. Ice decise di agire, se la pistola fosse stata davvero li
Ice avrebbe cercato afferrarla e disarmare il più silenziosamente possibile
Logan. Se la pistola fosse stata solo nella sua immaginazione… Logan lo avrebbe
visto lottare con il nulla. Avrebbe preferito fare una scena da pazzo piuttosto
che ritrovarsi una pallottola nel cervello.
Il giorno 23 apr 2016, alle ore 03:51, Cyb 01 <capitan.ls72@xxxxxxxxx> ha
scritto:
Merida, Airport Avenue
Il meraviglioso Chevrolet Sedan sgommo' restando incollato all'asfalto
sabbioso e rovente come le labbra d'un bimbo alla tetta della mamma,
compiendo una svolta ad U dal garage alla strada.
Erano rimasti forse un'ora nel magazzino, ma la scena era del tutto divrsa da
prima. su quella strada c'era di tutto. e quelli che vdeva distriggere
saccheggiare, perpetrare violenze come solo i Lanzichenecchi, erano tutto
fuorche' rivoluzionari di campagna. Domina stava be aggrappata al tettuccio,
in piedi sul cassone. I capelli neri e ;lunghi le turbinavano esattamente
come i pensieri di morte riempiendole gli occhi di immagini cruente e l'anima
di veleno al fosforo. Sdraiata poco distante, appoggiata alla parete del
casone, Pauline teneva stratte la bellissima pistola di Johnny, accasciata e
raggomitolata quasi in posizione fetale. Difficile ammetterselo... le era
piaciuto ammazzare. Insomma, odiava averlo fatto, ma era stata una sensazione
cosi' profonda che ...
si tiro' seduta ed osservo' la schiena di Domina. Il copro sinuoso cstava ben
piantato. Penso' all'effeto di uno di quei grossi proiettili nella schiena,
l'impatto con le vertebre... il sangue sul latex nero... la sensazipone della
pralisi prima della morte per diosanguiamento.... scrollo' la testa con
violenza, e punto' la pistola verso un tipo che stava letteralmente
sventrando una turista europea. Era la parte piu' semplice da guardare. Il
resto, nelle zone periferiche della vista, scivolava via dalla mente che
evitava di poisare lo sguardo. Punto' l'arma mentre Panama seduto li dietro
la osservava stupito. Aveva visto benissimo come Pau;line aveva fissato la
schiena di Domina, alzando lentamente la pistola e poi spostandola
all'esterno.
Prese la mira, per quanto gli scossoni glielo permettessero, e ...
Il camion si arresto' di colpo. Radio aveva frenato bruscamente, Pauline era
ruzzolata in avanti ed il colpo era partito. Panama sgrano' gli occhi, porto'
la mano alla ferita sul costato, strinse con rabbia o denti. forse prego'.
Domina rimase accasciata sul tettuccio ca 90, col torace in avanti che
schiacciava l'M16. Molok, accanto a Radio, si sporse dal finestrino: "muoviti
cazzone!"
Si erano fermati accanto al monumento del maggiolone, dove Faust aveva
informato Radio di trovarsi.
In due falcate si porto' saltando nel cassone, e schiacciando Panama ancora
un po'. Osservo', quasi agghiacciato la schena e accarezzo' l'arma che aveva
in mano: "tutto bene, qui...? non avete una una bella cera..."
Il colpo di Pauline era partito in alto. Mancando, per caso tutti.
Attraversarono la ciotta' velocemente, lasciandosi accanto stupri, violenze,
massacri, razzie in un carosello di soldati e rivoluzionari uniti dalla
stessa identica foga di distruggere. In lontananza, si vedeva alto fumo nero
salire al cielo, forse era la zona balneare di Cancun, forse era troppo
lontana.
Faust, seduto con aria sospeta, passava gli occhi sui tre compagni: "fate
veramente schifo. che vi e' successo?"
"{iu' o meno quello che e' successo a te."
"A me e' caduto l'aereo."
"Gia' credo anche a Logan. e Ice. Credo che li abbiamo persi." Dise Panama.
"Dobbiamo muoverci e raggiungere Chichen Itza. c;'e' un'atra squadra. e
stiamo tutti sempe peggio. Mr Joe c'e' messo in contatto."
D'un tratto comincio' a piovere. prima gocce grosse come noci, poi fitte come
il pelo di una capra. erano entrati nel tanto annunciato uragano che stava
spazzando la costa dello Yukatan, ed erano su un Pick up scoperto.
Radio grido' dall'interno> "Posto di Blocco! Chichen Itza e' off limits!"
6 soldati, da dove siete voi, hanno la faccia sconfortata e spaventta. stanno
sotto la pioggia, con i loro parca e gli M16.
Yukatan Giungla
scivolarono sicuri sotto la tempesta di pioggia e fulmini giu' per la
piramide fino alle pendici del villaggio. Era composto da trecento case
forse, bianche e gialle macchiate di umidita'. quasi ovunque bossoli e buchi
nelle pareti. proiettili, ad altezza uomo. Con quel tempo non c;era nessuno,
in giro, ed era notte. del chiasso arrivava da una locanda. poche luci fioche.
Ice era silenzioso come un gatto accanto a un doberman. passo' rasente le
finestre accesse, che davano sull'unica via e prese di mira la recinzione del
centro del centro comunicazioni. l'unico inconveniente era che era in bella
vista. nessuna protezione, se non pioggia e notte.
Logan si avvicino' quanto piu' furtivamente pote', si fermo' molto piu'
indietro.
"pssss...." fece cenno ad Ice di tornare indietro.
"ascolta..."
<<czzzz e quindi, che facciamo? .... aspettate che si calmi e ripartite.
avete scaricato la roba?... czzz... si fatto. un elicotero e' andato perduto.
ci devono essere guerriglieri, perche' la sqyuadra di socorso non ha fatto
rapporto.... czzz.... bisognera' recuperare Il Giallo.... czzz.... aspettate
CI-!...>>
...
<<... si, qui San cristobal, che c'e'...bene....>>
poi la radio smise ma la stesa vioce continuo' a parlare con altri: "Il posto
di blocco fuori merida, nord, hanno visto un furgoncino carico di merda
cittadina. sembra un accozzaglia di solitari."
"E' "la squadra". Da qui si va solo a Chichen Itza e san Cristobal. e poi su
a Hidalgo."
Ice passo' gli occhi su Logan. era annebbiato. e Logan sembrava avere diversi
tntacoli che gli uscivano alla fronte. Non disse niente. La pitola di logan
era sladamente nel suo pugno. con la bocca della canna spinta contro il suo
occhio sinistro (l'occhio di Ice) ed un ghigno sinistro sulla faccia
dell'amico.