Domina si passò ripetutamente la manosul volto, come a volersi liberare del
velo che le ottenebrava laragione e le intorpidiva i sensi. Avvertiva qualcosa
che la sua mentenon riusciva a decodificare, qualcosa scuoteva le corde di una
pauraantica come il mondo. Si impose di chiamarla autosuggestione perchéla sua
mente non era strutturata per strapparlo, quel velo, e siconvinse che un
vaffanculo l'avrebbe riallineata al suo tempo, e aisuoi limiti. Pauline fece il
resto, il suo grido come una calamita laricondusse a ciò che, con qualche
riserva, percepiva essere larealtà. La sorresse da dietro per impedirle di
precipitare ancorauna volta nella melma disgustosa che tappezzava il suolo.
“CoraggioPauli, è quasi finita”. L'idea di mettere fine alle sue
sofferenzearrivò con la stessa prepotenza dell'uragano che aveva cominciato
afalciare i rami degli alberi. Domina avvicinò una delle tecnolamesul collo
contratto dal dolore della Netty. La strinse e per unattimo le parve di
oscillare, trovandosi a cullarla dolcemente. Iloro capelli, come cavi scoperti,
intrecciati, grondanti di pioggia ericordi, divennero una massa indistinta, un
tutt'uno, una cascata altramonto.“E' finita, Pauline, si torna alcyberskizzo,
dove hai lasciato la tua macchina fotografica, dove c'èCyb che ha ancora una
botte di quella birra di importazione e non èmai stato così stronzo, dove
riecheggiano ancora le tue risate.”le sussurrò all'orecchio, sfiorandole la
pelle resa diafana daglistenti e decorata da una ragnatela di vene bluastre,
bellissime. Ilcontatto con il primo strato di pelle non produsse alcun
effettovisibile, dovette affondare ancora più in profondità prima che unrigolo
di sangue seguito da un fiotto le irrorasse il braccio, primache quel corpo
irrigidito da troppo spasmi tornasse ad essere lievecome la sabbia delle
spiagge del Messico. Prima che, Vaffanculo. Ungrido, un altro? Sempre quello.
Pauline si afferrò la testa fra lemani, un rigolo di sangue le scivolo' dal
naso, Domina con gli occhisgranati di chi si risveglia da un incubo, il cuore
che va a mille,Pauline che ondeggia, Domina che l'afferra e “Coraggio,
resistiPauline”. Era stata solo una cazzo di allucinazione, un'altra. Forse
come quella che si stava avvicinando a passi incerti e con un bel paio di
tette. Domina appoggiò la Nettie alla parete. "Copritemi" disse a qualcuno, e
si avvicinò lentamente alla ragazza."Hey, mi capisci? Non voglio farti del
male...o almeno credo."