“E'stato dolce...” disse Domina, ad Andrei un attimo prima che Pauline
decidessedi dare i numeri."Dannazione!Dannazione!Qui rischiamo tutti la pelle a
questo tizio non frega nulla delnostro culo peloso”Sanguee materiale organico
ora decoravanoil bancone di quello che era stato il dolce reamedel sudicio. Le
urla di Pauline evocarono in Domina la sinistravisione del fondoschiena
dell'amica tappezzato da una parrucca verydisco54afro-style.Immagineche solo
una sopraggiunta e provvidenziale nuova minaccia, riuscì acancellare.
letecno-lame di Domina si liberarono in un istante, rilasciandoledentro una
sensazione di piacere sessuale intenso. Forsequell'analistaciaveva visto giusto
quando ledisse che aveva sublimato l'invidia del pene proiettandola sullelame.
Forse avrebbe meritato una seconda seduta. Forse avrebbemeritato una fine
diversa.Qualcosa,un brivido nelle spina dorsale di Domina, lei in piedi potente
comeun lampo, bella come un fulmine, leggermente alterata per il paragonecon
miss Iowa si limito' a scuotere i capelli neri con un gesto piu'simile ad una
risata di satana che ad una movenza felina: "oppurerazziatori!" abbasso' il
mento, fisso' l'ingresso ed estrasse letecno-lame. L'M16era pronto a
distribuire proiettili comefossero chicchi di riso a un matrimonio,ilrasoio
monofilare friggeva sotto l'ultima falange dell'indice mentreilrumore dei colpi
di spranga, sulla serranda, scandivano prepotentii secondi, accompagnandoil
tempo dell'azione. Domina si rivolsea Pauline, tirandole con un calcio un
vecchio zaino abbandonato in unangolo e, approfittando dei suoi ultimi sprazzi
di lucidità, le ordinò : “Pauline, veloce e poche cazzate! Sotto al bancone,
kit delpronto soccorso, dermi e tutto quello che può servire.” Poiintercettò
Radio che aveva già trovato le chiavi: “Potrebbeesserci una porta sul retro”.