"c'è un mondo in cui l'oscurità non è reale, non più di quanto sia reale il
sogno ed irreale l'esistenza"
frasi sconnesse scorrevano nella testa di Pauline. Lei non poteva saperlo,
ma stava vibrando dentro e tremando fuori sotto gli occhi attenti di Logan.
Attenti e in qualche modo spaventati.
"cavalcare il buio significa essere padroni di dimensioni più grandi, in
cui non necessiti altro che te stesso, e nemmeno tutto"
sembrava la voce di Putrin in persona, colui che aveva creato il primo
olotunnel per entrare... fisicamente in rete. Sentiva, rannicchiata e
infreddolita, la vita scorrere come un ago freddo nelle vene, nella spina
dorsale, mentre la nausea bussava alle soglie della conscienza e le
palpebre avevano impulsi nervosi incontrollati.
"sei solo di una solitudine totale, perchè qualsiasi contatto è un puro
algoritmo irreale a livello fisico, ma più profondo a livello tonale e
psicologico".
Non aveva nemmeno idea di dove andare, come succede durante lo shock del
primo volo ai pivelli, stava solo galleggiando sentendo il corpo scomporsi
in migliaia di frammenti pulsanti ed ognuno vivo, ognuno dotato della sua
coscienza e del suo lobo frontale funzionante.
"ogni frammento di te è pensante ed ubbidisce autonomamente ad un impulso
esterno e superiore, solo che l'impulso non viene da te".
Pauline si era eccitata. Fisicamente, oltre che mentalmente. la sua Fenice
poteva sentire il suo stesso odore nella rete, come una scia. Una scia
pericolosa per qualsiasi creatura presente, una scia che avrebbe fatto
sentire qualsiasi creatura vivente come Elvis Presley durante un concerto.
"senti il piacere mentale, psicologico e fisico, non è raro avere un
orgasmo, o due, se ti lasci trasportare da un flusso di neuroni o elettroni
o zombie".
Qualcosa stava perdendo senso. Logan fissava la mano di Netty tra le gambe,
nervosa, i denti digrignati. Se Logan avesse capito qualcosa di
cybertecnologia, o se almeno fosse stato in grado di capire qualcosa in
generale che richiedesse l'utilizzo di meno di tre neuroni sani, avrebbe
saputo che Netty si stava masturbando con violenza. Era un sistema di
protezione che la stava distraendo, per bloccarla ed attaccarla. Ma Logan
non sapeva niente di cybertecnologia, di sistemi di protezione proprietari
e aveva indiscutibilmente meno di tre neuroni funzionanti, al momento.
Perciò, passando un occhio all'esterno per essere certo che gli zombi
grattassero i ventri senza poterli infrangere, si mise comodo a godersi la
propria erezione.
"le cose belle sono tutte in rete, scomposte in elementi potenssimi, e
vanno godute: il piacere, zombie che ti divorano, il tuo amante, segugi
telematici veloci, disconnetti il piacere o il buio sarai tu stessa, e
parole leggere come il vento sula costa, disconnetti o ti tracceranno, il
piacere, ancora, aspetta, ti raggiunge, disconnetti ti raggiunge".
Logan osservava inebetito la faccia tutta contenta e confusa di Netty.
Cazzo era a modo suo bella anche coperta di
merdavomitosanguepauraindecenza. Oltre i vetri graffiava la vita, quella di
quell'ultima settimana, quella che stavano lentamente, ma non abbastanza
lentamente, abbandonando per colpa di una merdosa polvere gialla... fece
scattare l'otturatore... qualcosa nell'angolo più remoto e meno inebetito
della sua testa gli fece intuire che il rigurgito infernale non si sarebbe
fermato oltre i vetri corazzati... e forse betty non era calata in rete
per farsi una sveltina neurale con un vibratore virtuale... Guardò oltre le
sue spalle, vedendo che 4 compagni erano allo scoperto.
NDG
scarrellata della telecamera che segue lo sguardo di Logan sul corridoio e
zomma sulla lingua di Domina
DG
"e chi se ne fotte".
Lo sguardo ben poco interessato di Logan investì Domina. Era un pò...
assente, le lame scattavano e Mr. Puppets era lì accanto riverso a terra.
Tremava nervosamente, aveva fortissime scosse e sembrava tarantolato.
Sembrava più fuori combattimento del pisello di Cyb (almeno, così tutti a
parte netty si immaginavano il pisello di Cyb). domina gli posò una mano
sulla schiena e lo sentì preda di convulsioni e spasmi e pensò che poteva
approfittarne per evirarlo. Digrignò i denti, pensando a fatica "è bello
evirare Cyb... io voglio evirare Cyb... io voglio evirare qualsiasi cosa...
le lame stavano scattando aventi e indietro nella testa di uno zombie, dal
sottomento fino su oltre il palato duro, dentro-fuori, su-giù. Non sembrava
accorgersene, pensando alla bellezza dell'evirazione come gesto
purificatore dell'esistenza... soprattutto l'evirazione di chi si contorce
spasmodicamente... ogni uomo avrebbe dovuto adorarla e supplichevolmente
implorare l'evirazione da parte sua... tlick, tlak, tlik, tlak... le lame
scattavano, scivolavano, ripercorrevano solchi già aperti e ampi nella
faccia del mostro. L'urlo selvaggio la incoraggiò: "un altro cliente
Domina..." Spostò lo sguardo su Radio e Andrey, circondati di mostri, che
annusavano, annusavano, ma erano confusi... udì le parole di Andrey...
"...annusano...", pensò...
NDG
La telecamera va in dissolvenza, tutto è appannato, l'immagine ritorna a
fuoco sullo sguardo perplesso di Andrey, la bocca semiaperta.
Ceres ha detto che è fermo, lo ho messo kappao per ora, in attesa che
Domina lo eviri (oh, beh, o lo risparmi...)
DG
<<annusano...>> ripetè assente radio, assente come il capitano della
squadra di rutti durante l'ora di greco antico.
<<...annusano...>> Andrey bisbigliò appena.
<<...perchè cazzo bisbigli idiota... ti annusano il volume delle parole?!>>
anche radio stava bisbigliando, intanto. Li avevano attorno. Domina era lì
vicino, ma aveva lo sguardo da pazza, e non volevano attirarne troppo
l'attenzione.
<<ho deciso che ti sparo>> Disse Radio, rinvigorito dal derma e
completamente dimentico che l'ultima volta non glie era andata tanto bene.
<<anche io, amico.>> Disse Andrey.
Entrambi si girarono verso Domina: <<e se sparassimo a lei e poi le
portassimo via gli stivali?>> disse Radio.
<<no, meglio strapparle il tatuaggio e usarlo come profilattico per
scoparci il suo cadavere.>> Andrey non credeva a ciò che aveva detto. Sentì
violento l'impulso di spingere Radio contro alcuni degli zombi annusanti lì
vicino. Così, per vedere che effetto faceva... pura curiosità scientifica,
si disse.
Sadio gli sorrise, con la mezza faccia che gli rimaneva e si passò la
lingua su un buco tra due denti: <<ti piaccio, almeno un pò?!>>
<<no!>>
<<Allora perchè non te ne vai affanculo a farti mangiare, dopo che mi hai
curato?>>
<<Perchè sono un tecnico. capisco di medicina come tu di Arasaka X60.>>
<<Sì, per come mi sento si vede.>> Rispose calmo Radio, e poi, indicando un
cumulo di carne importata dalla polonia col nome di Brozek: <<Perchè lo
hanno mangiato, lui sì e noi no? e perchè quel che resta si sta muovendo?>>
Andrey annotò mentalmente che agli zombi piacevano i polacchi. Poi, così,
per vedere che effetto faceva ed in preda a un non meglio pecisabile senso
di assoluta onnipotenza tirò un tubo di metallo contro il ventro oltre il
quale Ice e Panama si stavano scambiando effusioni romantiche.
NDG
La telecamera si muove con l'etremità del tubo volando attraverso il
corridoio fino alla stanza chiusa con I&P. immagine bloccata sul vetro che
si scheggia, dall'interno.
DG
Uno dei due aveva sparato.
<<CAZZO PANAMA MI HAI SPARATO!>>
<<CAZZO ICE, MA SE IL VETRO HE SI E' FRANTUMATO STA DIETRO DI ME, ALLORA
SEI TU CHE HAI SPARATO!>>
Sguardi incorciati, uno dietro gli armadietti, uno dietro una invisibile
cortina di paura.
Sguardi che si girano all'unisono all'esterno, verso il corridoio scuro
oltre le porte di sicurezza.
Una massa deforme e coperta di pustole, colorito verdastro e crostoso,
incedere lento, massiccio e pesante. arti deformati. Al posto di ciò che
dovrebbe essere un viso, una smisurata formazione ossuta oscillante. Si
ferma.
NDG
la telecamera scarrella su un occhio nero incastrato e fisso sotto un
sopracciglio di ossa, croste, pustole, peli che sbavano liquido verdasto e
che fissa, irrequieto, Ice e Panama.
DG
Una pseudo bocca si apre appena, una nuvola gialla, così fottutamente
famigliare, esce in rivoli sottili e sale verso i ventilatori. Il mostro
probabilmente supera di una testa intera Mr. Puppets. Un braccio si
trascina a terra, si, insomma, un braccio... un accozzaglia d'ossa e
muscoli mollicci e deformi, lasciandosi dietro un liquido giallognolo che
emana esalazioni egualmente gialle ed egualmente famigliari.
<<amico tuo...?>> chiede Panama indietreggiando verso Ice.
<<nono, guarda, sembra che ce l'abbia con te...>>
