[camera oscura] Re: Problemi di messa a fuoco?

  • From: Romano Sansone <observer3@xxxxxxxxxx>
  • To: camera_oscura@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sun, 13 Nov 2005 17:57:14 +0100


On Nov 13, 2005, at 4:27 PM, Sergio Bova wrote:


potere mettere a fuoco dopo lo scatto mi pare risolva il problema della lentezza delle digitali, ma è anche un elemento che priva il cervello del fotografo di un'occasione di attenzione: quale è il soggetto centrale della foto? come si colloca rispetto al contesto? che particolare deve essere assolutamente a fuoco perché la foto sia accettata (es. la pupilla rispetto al naso od orecchie)?

La descrizione riportata da La Repubblica è di necessità troppo semplice per coprire una materia terribimente complicata. In realtà, dopo qualche ricerca in Internet ed alcune ore di faticosa lettura sono arrivato alla nebulosa ma pure convincente conclusione che lo scopo non è quello di compensare la lentezza delle digitali ( e non solo) ne' quello di sottrattre al fotografo la possibilità di prendere decsioni. L'idea è di sottrarsi alle limitazioni della PDC sintetizzando le immagini "virtuali" di diversi piani dell'oggetto, dove "virtuale" non è intenso nel senso classico dell'ottica geometrica ma, e qui viene il difficile, come una serie di valori numerici. Attraverso le microlenti il sensore non "vede" più soltanto un'immagine in due dimensioni, della quale una parte può essere a fuoco ed un'altra no, ma può calcolare come apparirebbe l'immagine in termini di nitidezza e sfocatura in uno o più piani diversi da quello in cui si trova. Queste immagini virtuali vengono sommate "filtrando" le rispettive aree sfocate. Posso immaginare che, una volta superato lo stadio della ricerca e del prototipo, ci sarà ancora la possibilità di controllare a volontà che cosa si vuole a fuoco e che cosa no, e magari di mettere a fuoco il primo piano e l'infinito sfocando i piani intermedi



un altro passo verso la foto "scimmiesca" (cioè: alla portata di una scimmia), in cui il contributo richiesto del cervello è sempre più basso

Personalmente la cosa non mi preoccupa, la vita offre al cervello sfide molto più consistenti che decidere cosa mettere a fuoco; senza andare molto lontano trovo già molto più difficile tornare a casa con una buona foto.


ogni tanto raccolgo racconti sui fotoamatori degli anni '30 e '40, sulle loro capacità di sperimentare i materiali e di utilizzarli nel migliore dei modi; sento di fotoamatori capaci di esporre diapositive traguardando con la mano chiusa a cannocchiale per isolare un particolare e poi calcolare col cervello l'esposizione giusta, una capacità di apprendere ed applicare notevole e ... ad opera di "cavalieri" e "commendatori", titoli onorifici che coprivano l'assenza di un vero e proprio titolo di studio

è anche probabile che la messa a fuoco postuma porti qualche ulteriore ragazzo a considerare l'acquisto di una vecchia Zenith col cinquantino sulle bancarelle dei polacchi, certo è che in un recente soggiorno a Berlino ho notato parecchi ragazzi con reflex a pellicola al collo e molti senior con digitaline ultrasottili, e non credo (o spero) sia solo questione di portafoglio ...

Questo è un discorso molto valido, ma è un altro discorso, come quello di chi va in moto e chi va a cavallo, o magari va in moto al maneggio; di chi dipinge col pennello e di chi fa della grafica computerizzata. Io nell'arco dell'ultimo anno ho comprato una digitale ed una Zeiss Super Ikonta, ed una non nega l'altra.


Romano



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