[camera oscura] [Camera_Oscura] Boicotare Yahoo! - da "La Repubblica" di oggi

  • From: "Sergio Bova" <sergio.bova@xxxxxxxx>
  • To: <Camera_Oscura_Bianco_e_Nero@xxxxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Fri, 23 Sep 2005 22:14:18 +0200

trascrivo:

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Boicottare Yahoo!, il "volenteroso carnefice" dei censori di Pechino? Dopo 
che il grande portale internet ha consegnato su un piatto d'argento un 
giornalista dissidente alle autorità cinesi che poi l'hanno condannato a 
dieci anni di carcere, i gruppi di difesa dei diritti umani si dividono sul 
da farsi. La condanna è unanime, è chiaro. Ma la reazione sembra più flebile 
che in passato. Al che qualcuno, come Reporters sans frontières, denuncia un 
doppio standard: «Si tende a credere che le compagnie della new economy 
siano più "simpatiche" ed etiche delle altre, ma non è così. Un'accusa che 
sia Amnesty International che Human Rights Watch smentiscono: «II caso del 
cronista Shi Tao ha per noi una priorità assoluta. Forse dobbiamo solo 
cominciare a pubblicizzare meglio la nostra attività». L'opinione pubblica 
più arrabbiata sembra essere quella italiana, con i membri di Magistratura 
Democratica che daranno l'esempio non servendosi più delle mailing list di 
Yahoo! mentre l'associazione Peacelink chiede ai dipendenti italiani del 
provider di dissociarsi e offre una casella di posta elettronica gratuita in 
sostituzione di quella della compagnia californiana.

Nel resto del mondo lo sdegno resta, per lo più, teorico. «Le associazioni 
tradizionali- ammette da Parigi Julien Pain, responsabile internet di Rsf , 
abituate a compagnie ree di sfruttamento di bambini o di danno ambientale 
tendono a non attivarsi quando si tratta di dot.com, con la loro aura di 
giovanilismo e pulizia». Anche se il loro scopo è identico alle altre: fare 
soldi. Un obiettivo che, nella Cina in turbo-crescita con solo l'8% della 
popolazione online ma dove entro il 2009 è atteso il sorpasso sugli 
internauti statunitensi, sul web è particolarmente realistico. Rsf ha scelto 
quindi di usare proprio la leva economica: spingere sugli azionisti, i 
grossi fondi di investimento, perché "insegnino" a Yahoo! una maggior 
sensibilità.

Che le aziende internettiane continuino a godere di una migliore reputazione 
sui diritti umani non fa fatica ad ammetterlo neppure Abbie Wright, 
specialista di Asia del Committe for protecting journalists, che pure resta 
ottimista: «Internet è incensurabile. L'arresto di ShiTao non ha rallentato 
gli scambi di materiali proibiti. Proprio ieri, tuttavia, abbiamo appreso di 
un'altra condanna a 7 anni per il giornalista Zheng Jichun». Non vale la 
pena alzare la voce? «Questo di Yahoo! è un caso nuovo per il ruolo centrale 
che la compagnia sembra aver avuto, dobbiamo ancora capire come 
affrontarlo». In verità la lista si allunga, e le pene diventano sempre più 
pesanti. «Nessun trattamento preferenziale perché si tratta di un'impresa 
americana -assicura da New York Mickey Spiegel, specialista di Cina per 
Human Rights Watch - già tre anni fa, quando Yahoo! firmò l'accordo con 
Pechino, scrivemmo al suo amministratore delegato esprimendo tutta la nostra 
preoccupazione. Chiedemmo alle compagnie straniere di coalizzarsi contro 
quel tipo di richieste, invano. Abbiamo fatto molte cose, ma forse è il caso 
di comunicarle meglio». Nel boicottaggio non credono: meglio una Yahoo! 
imperfetta che lasciare il monopolio di internet ai provider cinesi, di 
certo più occhiuti. Una strada che neppure Amnesty sembra considerare: «La 
responsabilità di Yahoo! sembra molto grave ma va ancora accertata 
pienamente dice da Londra Corinna-Barbara Francio». Il nostro stile è 
raccogliere informazioni e renderle pubbliche. Ciò non toglie che potrebbe 
essere più che legittimo che altri scelgano modalità più combattive e 
militanti». Come hanno fatto i magistrati e i pacifisti italiani.

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mi pare che si stia creando un terreno fertile per un nostro eventuale 
annuncio.

domani, sabato, Elia Freddi torna da un viaggio di lavoro e possiamo 
riprendere la discussione.



interpreterei il silenzio di chi non si sta esprimendo nel senso del favore 
alla trasmigrazione o nel senso della sua indifferenza, ma se ci fossero 
voci dissenzienti varrebbe la pena conoscerle ed ascoltarle



sergio



 
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