> > A livello culturale basso si addicono prodotti di qualità bassa. > > Purtroppo le cose in Italia stanno così: la cultura media italiana si è > > drasticamente abbassata (un indagine OCSA relega le scuole italiane agli > > ultimi > > posti: pare ci abbiano superati perfino il Messico e il Cile) > > Come lavoratore della scuola mi sento di dover dare alcune precisazioni. > Prima di tutto le indagini OCSE (Organizzazione per la cooperazione e la > sicurezza in Europa) riguardano solo i paesi europei, quindi non so dove tu > abbia preso queste valutazioni, considerando peraltro che il tasso di > analfabetismo in Italia certo non è paragonabile a quello di un qualsiasi > paese del centro-sud America. L'ha detto il tg di Sky, anche se in effetti da questo punto di vista hai ragione. Anche a me sembra esagerato il paragone... > Secondariamente, queste indagini tendono a spostare gli studenti italiani > nella metà bassa delle classifiche le valutazioni sul grado medio di > rendimento degli studenti delle scuole europee perché la nostra scuola paga > lo scotto della cronica insufficienza nelle materie scientifiche e in > particolar modo della matematica. Non è un caso che il 43% dei debiti > formativi contratti nelle scuole medie superiori riguardi proprio tale > disciplina. I motivi sono tanti, dall'impostazione gentiliana che per > decenni ha svalutato la formazione di tipo scientifico-matematico a favore > di quella umanistico-letteraria (e lo dico io che sono laureato in Filosofia > e la insegno!), alla necessità di impostazioni didattiche migliori di quelle > adottate negli anni recenti sul modello degli Stati Uniti e che hanno > causato disastri inenarrabili; leggetevi "Segmenti e bastoncini" di Lucio > Russo e ne avrete un'idea ben chiara. Pienamente d'accordo. Mi chiedo come non si possa capire che il futuro di una nazione dipende anche da quanto s'investe in ricerca. E l'attuale finanziaria non mi sembra che destini delle grosse somme a quest'ultima. > Ultimo ma non meno importante, negli ultimi 10-15 anni noi insegnanti > italiani siamo diventati dei tuttofare e per di più con stipendi rimasti > ancorati al costo della vita di allora (e non che 15 anni fa fossero > altissimi, anche restando nell'ambito del pubblico impiego); abbiamo gli > stipendi più bassi dell'UE (tranne forse che in Grecia o in Romania) e siamo > gli unici a non aver altri scatti di carriera in altro modo che per > l'anzianità di servizio; siamo una delle categorie da cui tutti i governi - > indipendentemente dal colore politico - prendono a piene mani quando si > tratta di trovare fondi per il disavanzo del bilancio dello Stato italiano, > che peraltro destina all'istruzione il 4,7% del PIL a fronte di una media > europea del 5,1%, salvo poi riempirci le orecchie di promesse sulla > "riqualificazione della professione docente", o dell'adeguamento degli > stipendi agli standard europei. > E con tutto questo dobbiamo fare i conti anche con quelli - pochi ormai, in > verità - che credono ancora nei miti delle 18 ore a settimana, dei 3 mesi di > ferie ecc. > Scusate lo sfogo e l'off-topic. Figurati. La mia non era un'esplicita accusa a voi insegnanti (ci mancherebbe). E' il sistema in se che non funziona. E comunque, rispetto all'UE siamo molto ma molto indietro (e non solo sull'istruzione). :( Ciao Vincenzo