[sanniolug] Re: Rischi dell'informatica e barbarie delle icone
- From: Giuliano <bipieffe@xxxxxxxx>
- To: sanniolug@xxxxxxxxxxxxx
- Date: Fri, 09 Jan 2004 07:55:44 +0100
Massimiliano Mirra wrote:
http://www.laboratoriomultimediale.it/modules.php?name=News&file=article&sid=103
Buon Anno, Massimiliano, in ritardo, ma con il cuore.
Ho letto l'articolo che proponi e mi è sorto un dubbio: quale è la
barbarie di cui si sta parlando?
Lo scrivente, il dottor Vacca, si propone di formare un'opinione nei
lettori. Un'opinione rispettabile ma personale ed apparentemente non
rivolta a conseguire vantaggi di alcun tipo.
Ma non si scrive qualcosa per nulla. Anche solo per farsi pagare un
tanto a cartella.
L'autore tenta di ostentare una sprovvedutezza nei confronti di un mezzo
che impiega ed una ignoranza, penso soltanto presunta, nei confronti
della scienza dei segni e della comunicazione.
E qui mi sorge il dubbio circa lo scopo dell'articolo.
Che il significato del simbolo non sia mai univoco è cosa certa.
Che la comunicazione sia ricca, ridondante non è mai stato considerato
un difetto. L'impiego del simbolo grafico supporta e non sostituisce il
significato. Quello lo devi conoscere a priori.
Se l'obbiettivo del pistolotto fosse quello di lagnarsi per una pigrizia
intellettuale sempre crescente, retrograda, allora concorderei con il
contenuto ma non con la forma in cui tenta di esprimerlo.
La società dell'opulenza, del superfluo, danneggia per davvero le
capacità intellettuali dell'individuo. Non serve più molto essere
intelligenti, c'è chi ci pensa per te o c'è un oggetto che può risolvere
quasi ogni questione.
E' uno dei motivi (e non l'ultimo) per cui sono finite grosse civiltà.
E' ciò che teme il Vacca? Ed in tal caso cosa intende fare per opporvisi?
Piace a tutti fare lo stilita, osservare il mondo degli umani dall'alto
di una colonna, lurkare, come dice una bellissima intelligenza locale
che non trova sfogo nell'espressione. Ma il mondo non è un sistema
inerziale perfetto e l'osservatore ne fa parte.
Le barbare icone sono anche un frutto del fatto che tanto c'è lui e
tanti altri dotti che pensano. Quindi che bisogno c'è di fare fatica
inutilmente? Pensare non è ergonomico, consuma inutilmente energia.
Di quello che sta dietro all'impiego dell'immagine per esprimere più
compiutamente un concetto sono pieni i libri che ci hanno fatto studiare
ai tempi della scuola.
La ridondanza non è di per se un male. Altrimenti la lingua italiana,
così colorita, sarebbe da buttare al rogo!
Se poi invece noi riducessimo la questione alla semplice dicotomia tra
interfaccia grafica e linea di comando, credo che la cosa non
interesserebbe che a pochi e non verrebbe pubblicata da alcun editore.
Contro la barbarie emergente si lotta con l'azione, quotidiana, con il
comportamento coerente e virtuoso e con l'esempio proposto in prima
persona, mettendosi in gioco.
Comunque l'articolo del link ha avuto un effetto benefico: mi ha
costretto a riflettere, sia pure per prenderne le distanze.
Invece mi piace una notizia letta sulla stampa locale e vista sulla RAI
regionale.
Pare che le provincie di Bolzano e di Genova abbiano cominciato a porre
in essere l'adozione dell'open source nelle rispettive amministrazioni.
Pensa che proprio ieri ero riuscito a persuadere un collega a lasciarmi
installare sulla sua workstation Win2k sulla lan civica l'ultima
versione di Open Office in luogo del M$ Office piratato
(vietatissimo!!!!) ma, stranamente, diffusissimo (non lo deve avere
installato nessuno).
Poi il quotidiano genovese si allarga a parlare addirittura dell'uso di
Linux e di prospettare le possibilità di sviluppo per la nuova materia.
Insomma, per un mondo che si chiude su se stesso in un'orgia di
onanistico lurking, c'è ancora qualcosa su cui illudersi e trovare forza
per continuare a credere ed obbedire all'imperativo categorico di
kantiana memoria.
Ma guarda un po cosa mi fa scrivere a quest'ora di mattino un articolo
che sfiora da una certa distanza la mia passione!
Torno in me ed alle esigenze dei miei utenti che, magari, mi chiederanno
di installare loro WinWord.
Con affetto e prolissità
Giuliano
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