[relug] Re: brevetti comprati e ceduti all'open Source

  • From: matteo.acerbi@xxxxxxxxxxxxx
  • To: relug@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Mon, 14 Nov 2005 01:05:12 +0100

In data Sun, 13 Nov 2005 23:07:24 +0100
Adriano Varoli Piazza <moranar@xxxxxxxxxxxxxx> scrisse:

> As you like. Preferisco chiamare la roba "Open Source" se non è
> effettivamente Free Software.

Questo ha senso.

> > Poi queste concessioni sarebbero
> > definitive? O un domani possono essere ritirate? Mah, mi piacerebbe
> > sentire cose piu` chiare tipo "il tal programma e` stato rilasciato
> > sotto GPL" o "i brevetti software non esistono piu`" e meno parole
> > in liberta` tipo "model of intellectual property management" o
> > "collaborative framework"
> 
> Quanto più chiaro di "patenti royalty free" ti abbisogna?

Mah, questo non c'entra tanto: in effetti Tore parlava del linguaggio
utilizzato, ad esempio in una frase come "model of intellectual
property management", che ha dei presupposti molto espliciti.

Uno di questi è la validità di un concetto noto come "proprietà
intellettuale", che a mio parere lascia il tempo che trova se
analizzato meglio...

C'è chi lo ha fatto: http://www.stallman.org/articles/ft-response.html

Secondo me questa puntualizzazione (su cui sta basando molti dei suoi
interventi ultimamente, ne trovate tanti sul web di più esaustivi) è
uno dei maggiori contributi che questo amabile personaggio ci ha
lasciato negli ultimi tempi, non solo al movimento per il "software
libero" ma anche in generale a chi sposa la causa della "libertà della
circolazione dei saperi", o che dir si voglia.

Poi boh, ognuno può pensarla come vuole, o anche accapigliarsi senza
motivo :-)

Comunque, al di là di tutto mi sembra che quanto descritto
nell'articolo sia in massima parte positivo.

Ciao
Matteo

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