[Linuxtrent] Re: Telefonia comune Trento Total Linux

  • From: "Ezio [Gol]" <ezio@xxxxxxxxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Wed, 08 Jul 2009 11:18:50 +0200


Scusa, ma ti faccio notare che parlavo di sistemi informativi, al plurale.
Quindi questa frase non la capisco.
Mario, io so in parte quello che abbiamo qui - Grosseto -, so pochissimo di quello che hanno a Trento o a Riva o a Livorno o a Prato e solo per le poche volte che abbiamo parlato insieme. Anche se dobbiamo fare tutti le stesse cose ognuno le fa con i suoi mezzi e il raccordo può essere ad esempio una telefonata con Roberto o una mail con Gianni che ne sanno molto più di me. Non so niente delle altre PA (AUSL, Stato) se non per le tematiche di scambio dati imposte con meccanismi strani che si presentano, talvolta con effetti dirompenti.

Quindi deduco che la risposta è no.
Al centro c'è la PA e l'emanazione di se stessa.
Dico bene?

A parer mio si, a parte alcune isole comunali o dello stato.
Ti faccio un esempio, ma è solo un'interpretazione personale.

Abbiamo da tempo realizzato un'applicazione funzionante di protocollo
informatico. Lavora verso db proprietario e con strumenti di sviluppo
proprietari ma le applicazioni sono state fatte in casa e il db è manutenuto
da noi: è il db unico comunale. I mittenti - destinatari del protocollo sono
record di anagrafe (quella pura estesa con persone o ditte che hanno avuto a
che fare con il comune). Specialmente i cittadini sono seguiti nella loro
storia con il Comune. In teoria al cittadino potrebbe essere concessa la
possibilità di visionare lo stato di tutti i protocolli che ha mandato
all'Ente o che ha ricevuto e verificare se ci sono problemi.
Arriva l'innovazione di legge, arriva una circolarità tra i protocolli
regionali, dobbiamo salvare delle cose strane e riferirci alle porcherie
blob spam della Pec o della Pe, quindi ... acquisto di nuovo software che
risponde in tempo a tutte le specifiche di legge ma soprattutto a due
requisiti:

non si riferisce alle persone - ditte del territorio o comunque
corrispondenti ma le scrive in chiaro
non esiste più persona nel Comune che sa cosa c'è scritto dentro e come
viene riferito

con il crollo della competenza dell'ufficio protocollo, dell'ufficio
informatico, aumento dei costi al cittadino e impossibilità per lui di
sapere come compare per il Comune, ma il tutto aderentissimo alla legge e
all'avanguardia nell'archiviazione, fascicolazione, abrogazione del cartaceo
e altre menate ...

Ezio.

Ma voi cosa farete, utilizzerete questo sistema ho svilupperete una
integrazione per continuare ad usare il vostro?

Ogni integrazione costa, sui nostri dati solo noi possiamo operare. Oltre un certo prezzo non possiamo andare e il nostro gruppo originale ha subito l'esternalizzazione o il licenziamento dei precari, il blocco del turn over, per cui anche un certo sforzo non può essere fatto. Il contesto ha visto partire per privati anche altre procedure interne per un incredibile analogo motivo: l'ufficio competente nella jungla legislativa o di trasferimenti interni di personale doveva acquisire competenza attraverso il prodotto informatico, mentre prima l'ufficio competente spiegava le sue necessità al servizio elaborazione che le traduceva in applicazione.
Noto che mi si risponde spesso che la PA non può nulla contro le
leggi, direttive, circolari che arrivano.
Ma allora come è possibile che non ci sia una sola procedura comune a
tutti i comuni italiani?

In realtà i Comuni fanno tutti quasi le stesse cose perché la legge è nazionale, voi avete qualcosina di diverso per alcuni aspetti, godendo di autonomia. La soluzione avrebbe potuto consistere

   * in un prodotto centralizzato accessibile dai Comuni
         o con snapshotting locale della selezione del db centrale di
           pertinenza comunale
         o schemi di autenticazione, autorizzazione e accesso alla
           parte di pertinenza
         o con banda larga
   * in una serie di prodotti open source multipiattaforma e multidb
     aderenti alla legge distribuiti gratuitamente a ogni comune con
     meccanismi di raccordo verso il centro, se necessario e di
     interesse per lo Stato (più realistico, ma mai cercato)

La realtà è che ognuno deve gestire i suoi dati con gli strumenti che reputa opportuno e che molti appetiti giocano contro la seconda ipotesi oltre ad una necessità che è sentita solo da pochi e uno stato di fatto che vede nei grandi numeri personale vagabondo, inefficiente etc.

Se chiedi una cosa a Trento hai una risposta, se la chiedi a Pergine
ne ottieni un'altra e così via.
Si. Per forza.
A me questo sembra un po' contradditorio.

No, è la realtà delle cose. L'ideale è vedere la PA come una cosa unica accessibile allo stesso modo da tutte le parti. Se ne parlava con Bassanini anni fa. La realtà è un'altra cosa, molto più deprimente.
A me pare che a voi (Levico?) il cittadino stia un po' a cuore.
Quindi la domanda è: quando pensate un sistema informatico, lo pensate
con il cittadino al centro?

Mi piacerebbe pensarlo ma ritengo impossibile attuarlo. Noi qui stiamo perdendo il controllo dei dati e delle applicazioni, quindi il cittadino sta andando in periferia.
Per caso utilizzate l'informatica come sistema di difesa contro le
direttive dall'alto?
Il voi a chi si riferisce ? In un sistema gerarchico il compito del Servizio Informatico è esattamente quello di attuare informaticamente le direttive dall'alto. Mettiamo in piedi o manuteniamo procedure e sistemi per quello che le direzioni centrali o degli uffici comunali ci chiedono. I tecnici nei centri non hanno colloquio né con i cittadini né con i politici. Mancano ai centri (e ai Comuni) soldi, competenze e uomini.
Come fate voi e perché, insomma. :)


Ciao.
Ezio.

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