On Wed, Jan 08, 2003 at 12:51:18PM +0100, Filippo Santovito wrote: > Alle 00:24, mercoledì 8 gennaio 2003, Daniele Nicolodi ha scritto: > > > In molte occasioni > > il comprare o meno un bene si e` rivelato un ottimo sistema di lotta > > nonviolenta (attenzione "nonviolenta" e non "non violenta" cose ben > > diverse... ma questa e` un'altra storia...). > > Sarei molto interessato a conoscere la differenza, se ritieni che sia un po > troppo OT ti prego cmq di farlo in pvt Visto che me lo hanno chiesto in diversi lo spiego qui` in lista sperando che i non interessati mi perdonino lo spreco di banda. La prendo un po' larga cercando di essere un abbastanza chiaro... Il modo di risoluzione dei conflitti (nel senso ampio del termine) e` quello di eliminare la causa del conflitto annientandola e imponendo la propria posizione su quella dell'avversario. Chiaramente (almeno spero) questo modo di risolvere le controversie non e` molto giusto anche se e` quello adottato dalla maggiorparte delle persone, delle istituzioni e dei governi. Esistono ovviamente altri modi di risolvere un conflitto. La "non violenza" e la "nonvioleza" sono due di questi. Preciso subito che la differenza tra i due puo` sembrare sottile ma in realta` e` sostanziale e che il secondo termine e` stato coniato appositamente per dare un connotato piu` preciso a molti metodi di lotta che venivano identificati come "non violenti" creando spesso confusione. La "non violenza" e` come interpretazione letterale e` il rifiuto di qualsiasi forma di violenza. Ora sotto quest'ottica qulasiasi atto che voglia condurre il proprio avversario a cambiare opinione e` visto come atto di violenza e quindi evitato. In questo modo praticamente si annulla se stessi per evitare difare violenza sull'altro, diventando a questo punto puri sopportatori della violenza. La "nonviolenza" (scritto tutto ataccato) e` un movimento o una corrente di pensiero che cerca la risoluzione dei conflitti con mezzi che non prevedano l'annientazione dell'avversario ma una mediazione. Questo movimento, al contrario della "non violenza" che prevede l'annullamento di se stessi per evitare il conflitto, prevede un esaltazione delle proprie idee e una loro mediazione con quelle dell'avversario per giungere a un accordo comune che possa soddisfare le due parti. Voglio far notare come per mantenere un atteggiamento "nonviolento" sia necessaria molta piu` determinazione e fermezza che in un atteggimento "violento" dove non c'e` discussione o modifica delle proprie tesi. Ovviamente le tecniche e le modalita` per far conoscere e far valere le proprie ragioni su quelle dell'avversario sono molteplici e quasi mai tranquille. Un esempio (che ho pensato durante il tragitto povo-cadine) che potrebbe sembrare banale e poco azzeccato (ma non ho trovato di meglio): l'agricoltura. Ci sono vari modi di coltivare un campo: quello classico (il nostro metodo "violento") consiste nell'utilizzare pesticidi e fertilizzanti chimici per avere il massimo della resa senza curarsi di eventuali danni all'ambeinte. Contrapposto a questo metodo abbiamo il metodo che potremmo definire naturista (il metodo "non violento") che prevede di non usare nessun accorgimento per fertilizzare o debellare i parassiti lasciando che la natura faccia il suo corso. Tutti e due hanno ovvie conseguenze. C'e` poi la terza via ossia l'agricoltura biologica (la strada "nonviolenta") che prevede l'uso di fertilizzanti naturali e di accorgimenti differenti dai pesticidi per ridurre al minimo i danni provocati dai parassiti (introduzione di insetti che se li mangiano, ecc...). Questa strada ovviamente e` quella piu` difficile da percorrere ma anche quella che ha la massima resa con il minimo del danno. Voglio far notare (prima che me lo faccia notare qualcun'altro) che tutti i piu` grandi esponenti della "nonviolenza" sono finiti morti ammazzati perche` alla controparte quello sembrava il modo milgiore per risolvere il conflitto ma che nonostante questo moltissime battaglie sono state vinte. Concludo con una citazione (che mi ricorda sempre la canzone "La canzone di Piero"): "Se tu hai un arma e cosi` pure il tuo avversario, avrai paura che egli tiri per primo. Ma se tu non sei armato sebbene il tuo avversario lo sia, costui dovra` prendere una decisione ben piu` grave di quella che non debba prendere tu." Mi psiace se non sono stato esaustivo ma l'argomento e` molto vasto e pertissimo a discussioni... Ciao -- Daniele --- http://www.grinta.net --- -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con SOGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx