[Linuxtrent] Re: Google e gli studenti

  • From: Roberto Resoli <roberto@xxxxxxxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Thu, 17 Apr 2014 11:03:56 +0200

Il 17/04/2014 09:24, Roberto Resoli ha scritto:
Il 16/04/2014 22:03, Daniele Pizzolli ha scritto:
On 04/16/2014 09:48 PM, Roberto Resoli wrote:

Ribadisco, in Italiano, visto che riguarda le scuole del Trentino,
oltre a qualche ente di ricerca:

"Una portavoce di Google ha confermato a Education Week che la
compagina "scansiona e indicizza" le email di tutti gli utenti delle
Apps for Education per una varietà di scopi, inclusa potenziale
pubblicità, attraverso un processo automatico che non può essere
disattivato, anche per clienti di Apps for Educations che hanno
scelto di non ricevere pubblicità"

Buonasera,

Questo lo immaginavamo.  Ora è ammesso pubblicamente.  La domanda, che
immagino abbia risposta positiva, è se questi scopi siano ammissibili
secondo le leggi italiane.

Io credo invece che questi scopi vadano a cozzare pesantemente, nei
fatti, con i diritti di noi tutti. C'è un principio di cautela che deve
guidare chi gestisce i dati dei cittadini, che vale anche e soprattutto
quando si delega la gestione ad altri; qualunque cosa
il contratto stipulato affermi.

1) Affidare questi dati a soggetti che di mestiere "scandiscono,
correlano e indicizzano" per poi vendere le elaborazioni al miglior
offerente secondo me va assolutamente contro questo principio di cautela.

2) E' ormai noto a chiunque che le leggi USA per esigenze di "sicurezza
nazionale" possono superare qualunque contratto privatistico, e
impediscono materialmente a chi ha affidato i propri dati (peggio
ancora, dati dei cittadini) ad aziende soggette a quelle leggi di
esercitare il completo controllo sui dati e di sapere in ogni momento
chi vi ha acceduto.

Raccomando la lettura, alla luce di quanto sopra, delle Linee di Indirizzo[1] dell'Agenzia per l'Italia Digitale, in particolare al capitolo

"4.3 PRIVACY E SICUREZZA
In termini generali, le pubbliche amministrazioni dovrebbero avvicinarsi ai servizi cloud con un atteggiamento di consapevole prudenza, come suggerito da autorevoli istituzioni pubbliche ed indipendenti quali il Garante per la protezione dei dati personali [GAR10] ed ENISA [ENISASR11, CAT09]. Vanno perciò riprese le raccomandazioni di effettuare un’attenta valutazione dei rischi legati alla fruizione di servizi cloud al fine di preservare la riservatezza e l’integrità dei dati dei cittadini, l'integrità e la continuità dei servizi offerti, il diritto alla privacy e più in generale
l’interesse e la sicurezza nazionale.
...
"

rob

[1] "Raccomandazioni e proposte sull'utilizzo del cloud computing nella Pubblica Amministrazione" - Versione 2.0 del 28 giugno 2012 - http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/raccomandazioni_cloud_e_pa_-_2.0_0.pdf


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