Lettera al Rettore del Politecnico di Milano ---------------------------------------------------------------------------- ---- Di seguito verrà riportata la lettera spedita a molti professori del polimi e al rettore (con risposta allegata). Egr. Prof. .... con la presente lettera esprimiamo alcune considerazioni sulla posizione dei diplomati universitari in ingegneria alla luce della nuova riforma universitaria che si prospetta. La riforma entrerà in vigore nell'A.A. 2000/2001. Le singole Università italiane, a causa della imminente riforma e per l'aumentata autonomia, stanno modificando i loro regolamenti interni. Pensiamo quindi che sia il momento giusto per approfittare dei cambiamenti che sta attraversando l'Università, e attuare suggerimenti ritenuti validi. Nella lettera citeremo spesso il sistema anglo - americano come riferimento e pietra di paragone: questo perché esso è simile a quello a cui porterà la riforma ed inoltre perché Inghilterra e Stati Uniti sono tra i paesi a più elevata concentrazione di industrie ad alta tecnologia. La riforma cambierà pesantemente l'architettura e la filosofia del sistema attuale e costituirà il nuovo riferimento; i titoli ottenuti in passato saranno esaminati in termini di riconoscimenti, probabilmente attraverso il meccanismo dei crediti. La nuova riforma universitaria che entrerà in vigore ricalcherà il modello anglo-americano: si entrerà (non subito, probabilmente dopo il 2002 ) negli studi universitari a 18 anni (un anno prima di quanto è sinora) e lo studente avrà davanti un sistema composto da tre cicli distinti di studi da completare in serie. Il primo ciclo di 3 anni, dopo il quale si conseguirà una laurea che corrisponde ad un bachelor inglese. Un secondo ciclo della durata di 2 anni per chi intende proseguire, al termine del quale conseguirà la laurea specialistica o master nel sistema anglo-americano. Infine il terzo ciclo di 3 anni (PhD in Inghilterra) per chi, particolarmente brillante, intende conseguire il dottorato. La riforma, è stata introdotta in Italia sulla base quanto stabilito nelle conferenze dei responsabili della formazione universitaria dei paesi europei: incontri che hanno sancito la volontà di uniformare i sistemi formativi universitari. Questa volontà, è parte di un processo più generale di integrazione tra vari paesi della comunità europea e li porterà a standardizzare e uniformare varie entità: moneta, sistemi fiscali ecc. In Italia, all'inizio degli anni '90 si è introdotta la figura di Ingegnere diplomato, una manovra che anticipava in parte i significati e i contenuti della riforma in atto. Molti esperti ritenevano, che l'introduzione di un livello universitario in ingegneria era un beneficio per l'economia. La figura del diplomato universitario, giovane, dinamica e competente era molto interessante non solo dal punto di vista delle aziende, ma soprattutto perché era indispensabile se si voleva aumentare il numero di imprese ad alto contenuto tecnologico. Il diplomato universitario è una figura professionale che può unire i vantaggi del perito a quelli dell'ingegnere, i periti hanno dimostrato una grande capacità imprenditoriale creando la quasi totalità delle imprese ma sono limitati dalle scarse conoscenze teoriche; i laureati hanno vaste conoscenze scientifiche ma non sempre hanno dimostrato attitudini imprenditoriali. Questa considerazione che può apparire generica, è supportata dal fatto che i paesi con il maggior numero di aziende ad elevata tecnologia sono proprio Inghilterra e Stati Uniti che adottano sistemi universitari multilivello in serie. Si era potuto introdurre un titolo che aveva caratteristiche molto moderne, in quanto aggiungendosi agli altri già presenti, non ne intaccava la statuto, di conseguenza le regole che lo riguardavano erano state scelte da foglio bianco: senza scendere a eccessivi compromessi. Si era scelto per legge che fosse a numero chiuso: a differenza della laurea, e che fosse aperto alla fine del corso di studi: a differenza delle scuole dirette a fini speciali, in modo che si poteva proseguire nel percorso formativo. Queste condizioni avevano costruito una situazione quasi surreale; gli studenti del D.U. disponevano di risorse molto superiori rispetto ai loro colleghi della laurea: basta pensare al rapporto studenti/docenti estremamente più stretto che consentiva di sviluppare un rapporto molto più dinamico e produttivo. Effettuiamo ora un confronto, in termini di preparazione, tra la nuova laurea triennale italiana ed il Diploma Universitario in ingegneria. VALORE REALE Riteniamo che la preparazione offerta dal D.U. non possa considerarsi inferiore a quella della laurea (NO) per le motivazioni espresse nei punti seguenti: 1) Parità di durata del corso di studi: la preparazione offerta da un corso a numero chiuso (spesso molto ridotto) non è peggiore di quella offerta da un corso a numero aperto, o comunque, con un rapporto docenti/studenti non programmato. Anzi, le lezioni a numero di studenti programmato, le nuove strutture e le molte risorse a disposizione di ciascun studente, permettono una migliore didattica. 2) L'anticipo dell'entrata all'università di 1 anno, quindi a 18 anni di età che entrerà in vigore tra un paio d'anni, non nell'A.A. 2000/2001 ha anche effetti negativi. Entrare all'università prima consentirà di anticipare l'uscita però è naturale che togliere un anno al ciclo delle secondarie superiori avrà conseguenze negative in termini di qualità dell'apprendimento. All'università si presenteranno matricole che rimanendo nel percorso scolastico un anno in meno avranno minori strumenti per affrontare un tragitto impegnativo; di conseguenza il livello della didattica si abbasserà per minore preparazione, determinazione, maturità, serietà ecc.. . Di conseguenza, ci sentiamo di rafforzare le ragioni mostrate nel punto precedente e che ritengono il livello formativo del Diploma Universitario almeno pari a quello della laurea (N.O.). 3) Esiste una affinità molto spinta tra la nuova laurea triennale (indirizzo professionalizzante) e gli attuali D.U.: entrambi sono nati nell'ottica europea. § La durata (anche se non ci sono ancora indicazioni definitive). § Non si hanno più circa 6 corsi all'anno come per il vecchio corso di laurea, ma una decina (con meno ore ciascuno come avviene nei corsi di D.U). Le sperimentazioni delle lauree triennali che sono partite confermano questa considerazione i corsi appaiono molto simili a quelli del D.U. 4) Nelle sperimentazioni già avviate, molti corsi di laurea hanno programmi di insegnamento pressoché identici a quelli dei D.U., quindi le discriminazioni verso i D.U. appaiono poco legate alle situazioni reali. Bisogna inoltre sottolineare il fatto che i Diplomi Universitari verranno sostituiti e non affiancati dalle lauree triennali, a testimonianza del fatto che le filosofie ispiratrici di entrambi i corsi sono le medesime. In base alle considerazioni precedenti, non crediamo che la preparazione di un D.U. possa considerarsi inferiore a quella della laurea triennale (indirizzo professionalizzante), anzi, analizzando i punti 1) e 2) si potrebbe pensare ad un livello di preparazione superiore. VALORE LEGALE Dopo aver considerato il valore reale del titolo consideriamo ora il riconoscimento del valore legale del titolo. Ci sembra lecito chiedere che al titolo di Ingegnere diplomato (conseguito al termine del Diploma Universitario) sia riconosciuto lo stesso valore legale della laurea triennale o laurea di primo livello del nuovo ordinamento (indirizzo professionalizzante). Il riconoscimento legale del titolo è un problema che riguarda sia chi desidera proseguire gli studi accademici sia chi intende utilizzare il proprio titolo nel mondo del lavoro, dato che un eventuale segnale di stima per il Diploma Universitario, attraverso una adeguata valorizzazione accademica, avrebbe un influsso positivo anche sulle possibilità offerte all'Ingegnere Diplomato da parte mondo del lavoro, pubblico e privato. Il ministero della ricerca e dell'università (MURST) non ha dato indicazioni rigide e precise per il riconoscimento del Diploma Universitario, delegando la decisione alle singole università, che saranno libere di convertire il titolo di Diploma Universitario nel numero di crediti che riterranno opportuno. Le Università svolgono quindi, un ruolo molto importante nel riconoscimento legale del titolo, sia direttamente che indirettamente, e sono chiamate a giudicare un titolo da loro stesse rilasciato. È importante ricordare che il MURST ha posto in atto riforme che concedono alle Università un grado di autonomia maggiore rispetto al passato, ed esse devono quindi effettuare variazioni ai loro statuti: di conseguenza ci sembra il momento opportuno per tenere presente modifiche che possano contribuire a riconoscere diritti legittimi. Riassumiamo ora il punto da prendere in considerazione: Equiparazione del Diploma Universitario alla nuova laurea triennale (indirizzo professionalizzante). Questo dà la possibilità di proseguire la carriera accademica senza troppe differenze rispetto a chi avrà conseguito la nuova Laurea triennale. Il D.U. è un livello universitario che corrisponde per durata degli studi a un livello di Bachelor: è pertanto auspicabile almeno il riconoscimento del titolo di Bachelor. Tale riconoscimento sembrava sostenuto anche dai docenti universitari durante gli incontri che promuovevano il corso di Diploma, anche perché non garantire almeno moralmente tale livello appariva francamente molto limitativo sia per gli studenti che, soprattutto, per i docenti universitari italiani: questi infatti non sono certamente inferiori ai loro colleghi anglo-americani per preparazione e impegno, e quindi non potevano dare agli studenti una formazione che non fosse almeno pari a quella corrispondente al titolo di Bachelor, tanto più considerando le ottime condizioni ambientali offerte dal D.U. (numero chiuso, rapporto studenti - docenti, ecc.. ). Ora, con l'omologazione al sistema Universitario Anglo-Americano non ha senso che un titolo che teoricamente doveva essere un primo passo per l' equivalenza ai titoli stranieri, sia privo in Italia di un riconoscimento proprio quando si uniformano i singoli sistemi, anzi si adatta il nostro a quello altrui. Sarebbe auspicabile che i suggerimenti raccolti in questa lettera fossero tradotti in realtà, in modo che chi abbia partecipato a quella splendida sperimentazione (il Diploma Universitario) possa ricordare con piacere il fatto di aver bene investito il proprio tempo, e non si debba invece sentire solo parte di un utile esperimento. Rimaniamo in attesa per stabilire un incontro dove discutere il problema precedentemente posto. Distinti saluti Gli studenti del Diploma Universitario RISPOSTA DEL RETTORE: "Caro Ing. D'Auria il problema da Lei illustrato ci è ben presente. Stiamo studiandolo con il Politecnico di Torino per arrivare ad una soluzione congiunta che, peraltro, per quanto ci riguarda, è fortunatamente molto meno difficile e complessa di quanto si potesse immaginare. Altre discussioni, ovviamente, riguarda gli ordini professionali. Cordiali saluti. Adriano De Maio Milano, 23 ottobre 2000 " Per (de)iscriversi spedire un messaggio con SOGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:dumbo-request@xxxxxxxxxxxxx HomePage/Archivio lista //www.freelists.org/cgi-bin/list?list_id=dumbo