CHE FARE ADESSO DELL'UNIVERSITA' di ANGELO PANEBIANCO C'e`=E8 un ministero di cui si parla poco mentre si attende l'annuncio della formazione del governo. E' quello della Pubblica Istruzione (con annesse Universit=E0a` e Ricerca scientifica). Eppure, =E8 una poltrona che rischia di essere caldissima. Scuola e Universit=E0a` sono, in questo momento, =ABcantieri aperti=BB a causa delle radicali riforme innescate dal centrosinistra. A seconda dell'atteggiamento che il centrodestra assumer=E0a` rispetto a queste riforme cambiera`=E0 in un senso o nell'altro il destino delle nostre istituzioni educative. Per giunta, trattandosi di tradizionali bacini elettorali del centrosinistra, Scuola e Universit=E0 saranno anche cruciali banchi di prova per la nuova classe di governo: essa dovr=E0 mettere particolare impegno per dimostrare di essere capace di fare una seria ed efficace politica nel settore educativo. Insieme ai Beni Culturali quello della Pubblica Istruzione =E8, infatti, il ministero in cui il centrodestra si giochera`=E0 la possibilita`=E0 di sfidare una egemonia culturale che, finora, =E8 appartenuta ai suoi avversari. E' anche nell'interesse del centrodestra che quel ministero vada a una personalit=E0a` di alto profilo, e con una competenza solida nel settore. Ed =E8importante che, fin dall'inizio, non vengano fatti passi falsi. Si sa gi=E0 che il governo Berlusconi bloccher=E0 la riforma dei cicli scolastici. Da critico di quella riforma penso che bloccarla sia una buona idea. Peraltro, si =E8ancora in tempo per farlo. = Il discorso =E8 assai diverso per quanto riguarda l'Universit=E0a`: qui la riforma, varata dal centrosinistra, del =ABtre piu`=F9 due=BB (laurea triennale di primo livello; laurea biennale di secondo livello) =E8 ormai giunta ai nastri di partenza. Le Universit=E0a`, nell'anno appena trascorso, sono state tutte impegnate, come la legge imponeva, nella preparazione della riforma. Quasi ovunque, sono gi=E0 pronte le guide per gli studenti che si immatricoleranno fra pochissimi mesi, iscrivendosi alle lauree triennali. Se la nuova maggioranza pensa semplicemente di cancellare la riforma, fa un grave errore. La riforma del tre pi=F9 due (a differenza di quella dei cicli scolastici) =E8, mentre parliamo, come un treno in corsa lanciato alla massima velocit=E0. Se qualcuno si prova a bloccarlo di colpo, pu=F2 solo provocare un disastro, un deragliamento. E allora, che fare? Il mio suggerimento al futuro ministro =E8 di procedere con rapidita`=E0 ma anche con cautela e buon senso. Bloccare, giunti a questo punto, non si pu=F2o`. Riformare strada facendo, in corso d'opera, eliminando gli aspetti peggiori della riforma, invece possibile. Occorrono per=F2 alcune mosse strategiche fatte in successione. = Prima mossa strategica (da fare immediatamente): si stabilisce che solo il primo anno delle lauree triennali verr=E0 attivato nel prossimo anno accademico (e solo il secondo in quei pochissimi corsi di laurea che avevano scelto di anticipare all'anno accademico ora al termine il primo anno della laurea triennale). Il che significa che per gli studenti degli anni precedenti continuer=E0a` a valere il vecchio ordinamento. In questo modo, ci sar=E0 tempo sia per intervenire sull'organizzazione degli anni successivi della laurea di primo livello, sia per pensare in modo meno concitato di quanto non si sia fatto finora alla struttura delle lauree di secondo livello, specialistiche. Tra l'altro, ci=F2 dar=E0a` anche il respiro necessario per sapere quanti soldi affluiranno alle Universit=E0a` per attuare con la necessaria gradualita`=E0 la riforma. Tra le idee sbagliate del centrosinistra in questa materia c'era quella secondo cui una riforma cosi`=EC radicale poteva e doveva essere attuata dalle Universita`=E0 praticamente a costo zero. Una follia, come ognuno capisce. = La seconda mossa strategica dovrebbe consistere nel ripensare (in tempi brevissimi: su mandato dei consigli di facolt=E0 e dei diversi corsi di laurea, le conferenze dei presidi potrebbero pronunciarsi in merito gi=E0 subito dopo l'estate) la durata delle lauree di primo livello. Non ho prove certe (solo indizi) per affermare che l'imposizione della laurea triennale a tutta l'universita`=E0 sia il frutto di un colpo di mano voluto soprattutto dai Politecnici. E' un bene che facolt=E0 come Ingegneria abbiano ottenuto, se cosi`=EC volevano, la laurea triennale. E' un male che abbiano contribuito a imporla a tutti gli altri. Il criterio da adottare =E8 il seguente: chi pensa di poter offrire una laurea davvero =ABprofessionalizzante=BB di tre anni, immediatamente spendibile sul mercato (Ingegneria, forse Economia, forse Giurisprudenza, forse altri ancora) lo faccia, e buona fortuna. Gli altri siano lasciati liberi di optare per la durata quadriennale della laurea di primo livello. Per fare il verso a certi esponenti del centrosinistra (che, su questo punto, hanno assai ciurlato nel manico) il ripristino, in molti settori, della laurea quadriennale, ci permettera`=E0 di nuovo l'aggancio con l'Europa e il mondo occidentale in genere, ove la laurea di durata quadriennale, come =E8 noto, =E8 stata, =E8, e sar=E0a`, la pi=F9u= ` diffusa. = La terza mossa strategica dovrebbe consistere nell'eliminazione delle troppe rigidit=E0a` imposte dalla legge. Luciano Canfora e io abbiamo promosso qualche mese fa un appello (pubblicato da questo giornale il 6 marzo) per chiedere non il blocco della riforma ma una decisa liberalizzazione. Abbiamo raccolto tantissime adesioni. Abbiamo chiesto che vengano spazzate via tutte le rigidit=E0a` imposte sia nel calcolo dei crediti che nella loro attribuzione ai diversi ambiti disciplinari. Insieme alla durata triennale della laurea imposta a tutti, =E8 proprio qui, nell'eccesso di rigidit=E0 burocratiche (una vera e propria gabbia d'acciaio) che risiede la principale causa dell'opposizione di tanti accademici, compreso chi scrive, alla riforma cos=EC come =E8 stata alla fine varata. Se non interverranno correzioni nel senso di una decisa liberalizzazione, la riforma produrr=E0a` disastri, dequalificazione, trasformazione definitiva dell'universita`=E0 in una mediocre scuola professionale. = Faccio un'ultima segnalazione a beneficio del futuro ministro. La riforma contiene anche diverse cose buone, che =E8 bene conservare e valorizzare. In un certo senso, si tratta di tornare, almeno in parte, allo spirito del primo documento (noto come bozza Martinotti) che contribu=EC, qualche anno fa, a innescare il processo di riforma. Quel documento proponeva un cambiamento all'insegna della flessibilit=E0, della libert=E0a` di sperimentazione e della gradualita`=E0. Ma flessibilita`=E0, libert=E0a` di sperimentazione e gradualit=E0 sono state spazzate via man mano che l'iter decisionale si avviava alla conclusione. Per responsabilit=E0 dei politici, certo, ma anche di altri soggetti, come il Consiglio universitario nazionale (Cun) e, forse, anche settori della burocrazia ministeriale. Compito del nuovo ministro dovrebbe essere quello di ridisegnare queste istituzioni. Cos=EC come sono, e come prova proprio la vicenda della riforma, non aiutano le universita`=E0, ne ledono gravemente l'autonomia, sono produttrici di vincoli assurdi e di forme di burocratizzazione esasperata. Proprio ci=F2 di cui l'universit=E0a` non ha bisogno. = Angelo Panebianco = = = Prima Pagina Per (de)iscriversi spedire un messaggio con SOGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:dumbo-request@xxxxxxxxxxxxx HomePage/Archivio lista //www.freelists.org/cgi-bin/list?list_id=dumbo